Fra San Remo c Pallanza. 49 viso, sopra tutto un difetto e un pericolo : di non essere ritenuto accettabile dai Jugoslavi. Ora è di tutta evidenza che, cessata la possibilità di concordare con le Potenze alleate la soluzione della questione adriatica sulla base del memorandum, le trattative dirette con i Jugoslavi dovranno svolgersi su di un terreno più vicino alle aspirazioni di costoro. La Camera sa che io non credo nè al beneficio obiettivo nè all’applicabilità di simili compromessi. 11 5 febbraio scorso (mi sia permesso il ricordo) ebbi l’onore di manifestare all’Assemblea il mio pensiero in proposito. Ma le mie parole trovarono una risposta pronta, risoluta e caustica per parte del presidente del Consiglio. Egli si affrettò a rintuzzare la mia tesi, smontandone rapidamente tutta la modesta e debole architettura dialettica. Vi era stato, sì, il discorso pronunciato il 21 dicembre dall'onorevole Scialoja, ministro degli affari esteri nel Gabinetto Nitti, che aveva avuto il torto di ricevere, il 9 dicembre, a Parigi, il memorandum consegnatogli dai rappresentanti dei Governi alleati, ma che poi era venuto in questa Camera a denunziare, con espressioni gravi, per quanto diplomaticamente misurate, tutto il carattere insidioso dei memorandum stesso. L’onorevole Scialoja aveva detto che il lasciare nelle mani dello Stato jugoslavo, secondo le proposte americane, riprodotte in quel documento, Sebenico e Cattaro (parole testuali del ministro degli affari esteri) « i due più potenti porti militari dell'Adriatico, oltre i minori », toglieva « ogni seria garanzia per la sicu-