220 Il trattato di Rapallo. di questa grande lotta e che hanno fatto il supremo sacrifìcio nell’interesse, non della difesa nazionale, ma della pace duratura del mondo, si uniscono ora ai suoi alleati della prima ora per incitarla ad assumere una parte direttiva, che non può essere ingiusta, nel nuovo regirne europeo. L’America è l’amica dell’Italia, milioni dei suoi cittadini sono oriundi delle belle campagne italiche, essa ha legami non soltanto d’affetto ma di consanguineità col popolo italiano. Tali legami non possono mai spezzarsi, e l’America ebbe il privilegio, conferitole dalla generosità dei suoi associati nella guerra, di iniziare la pace che stiamo per concludere, iniziarla in base alle condizioni da essa formulate, e per esprimere le quali io fui il suo portavoce. Essa è costretta a fare in modo che ogni singola decisione da essa presa sia in armonia con questi principii ; essa non può agire altrimenti, essa ha fiducia nell’Italia; e, nella sua fiducia, confida che 1 ’Italia nulla chiederà che non sia coerente, oltre ogni dubbio, con questi sacri obblighi. Non si tratta di interessi ma di diritti sacri dei popoli, degli Stati nuovi ed antichi, dei popoli liberati e dei popoli ì cui regnanti non li avevano mai tenuti in conto come degni di giustizia : sopratutto si tratta del diritto del mondo alla pace, e ad una sistemazione di tutti gli interessi, tale da rendere la pace duratura. Questi, e questi soli, sono i principii per i quali l’America si è battuta, questi, e questi soli, sono i principii in base ai quali essa consentirà a fare la pace. Su questi principii soli essa spera e confida che il popolo d’Italia le chiederà di fare la pace. 6. Risposta dell*on. Orlando al Messaggio Wilson (24 aprile 1919). Mentre la delegazione italiana si trovava riunita per discutere una controproposta fatta pervenire allo scopo di cercare un modo di possibile conciliazione fra le varie tendenze che si erano manifestate intorno alle aspirazioni territoriali italiane, i giornali di Parigi pubblicavano un messaggio del Presidente degli Stati Uniti sig. Wilson, nel quale era espresso il pensiero di lui intomo alle più importanti fra quelle questioni sottoposte al giudizio della Conferenza. L’uso di rivolgersi direttamente ai popoli costituisce certamente una novità nei rapporti internazionali, di cui non intendo dolermi, ma di cui anzi con questo atto seguo l’esempio ; poiché questo nuovo sistema giova senza dubbio a quella più larga partecipazione dei popoli alle que-