A bpendice. 279 potuto dire ; e debbo dichiarare all'onorevole Federzoni che non è affatto vero che il dottor Grossich sia stato internato durante la guerra. Il dottor Grossich era consigliere regio e imperiale, era stato fiduciario di Corte, e come tale aveva accompagnato l’arciduchessa Stefania nel suo pellegrinaggio in Palestina. Tornato, scrisse un libro, che l’onorevole Federzoni potrebbe leggere, intitolato: «Il viaggio di una principessa in Terra Santa»; libro che è l’apologia della Casa degli Absburgo. Non è vero che il dottor Grossich sia stato internato. Devo dichiarare che le cose stanno così. 11 dottor Grossich, quando venne a Fiume, sostenne sempre le candidature magiare contro le candidature del partito autonomo. Fu nel 1904 o nel 1905 che intavolò rapporti personali con l’onorevole Zanella e gli altri del partito autonomo. Uomo bonario, teneva, come si suol dire, il piede in due scarpe, e forse anche in tre. Quando scoppiò la guerra, per i suoi rapporti di amicizia con alcuni membri del partito autonomo, fu consigliato di non rimanere a Fiume, ed egli andò a Vienna presso suo cognato, ufficiale superiore dell’esercito austriaco. Là rimase per parecchio tempo, prese parte alle dimostrazioni patriottiche austriache e nel settembre 1917 tornò a Fiume. Ivi rimase e rimane tutt’ora indi-sturbato. Altro non ho da aggiungere e mi pare che basti. 2. Dall’Idea Nazionale del 10 luglio 1920 : L’on. Riboldi ha voluto ieri riaffermare le sue accuse contro il comm. Grossich, attribuendogli devozione alla Casa d’Absburgo, titoli di medico della Corte austriaca, pubbliche manifestazioni di sentimenti austrofili durante la guerra, favoreggiamento dei magiari contro gli autonomi « fiumani » e volontario ritiro a Vienna nel 1915. Naturalmente, secondo il costume rosso, fon. Riboldi non ha fatto che ingrossare le sue menzogne con altre menzogne. Il comm. Grossich è un illustre chirurgo, noto per alcune importanti scoperte, ed era il medico più valente che aveva Fiume: come tale ebbe clienti — e va da sè — tutte le più alte personalità che venivano ad Abbazia, tra cui anche venticinque o trentanni fa, l’arciduchessa Stefania. Ma egli non fu mai medico della Corte. Lasciamo però quei tempi quasi archeologici, nei quali a Fiume ogni irredentismo era inutile e l’on. Zanella chiudeva tutti i suoi discorsi