Dopo San Germano. 109 E vengo all Albania, Gli avvenimenti dolorosi, seguiti ultimamente, sono la conseguenza logica, già da me facilmente preannunziata e denunziata in quest'aula, sempre in epoca non sospetta, dell’accordo Tittoni-Ve-nizelos, del quale oggi tutti padano male, ma di cui per molto tempo sono stato io solo a occuparmi in questa Camera. Sì, io solo ! È inutile che io rammenti gli errori di quell’accordo, del quale ora l’onorevole Tittoni, in una sua assai commentata intervista, ha cercato giustificare la stipulazione. Prescindo interamente dal merito, su cui siamo tutti quanti unanimi in un pensiero solo di condanna ; ma rilevo che il torto primo e maggiore dell’onorevole Tittoni fu questo : egli stipulò con un minorenne che non aveva facoltà nè modo di disporre di checchessia, tanto meno della roba altrui. Il signor Venizelos, dal canto suo, fece ottimamente, more hellenico, gli affari del suo paese, vendendo fumo. Tutto ciò costituisce una grave responsabilità per il Gabinetto passato. Vero è che l’onorevole Gccotti, cumulando brillantemente il suo tirocinio di aspirante Cicerin del futuro regime soviettista con le sue fatiche di difensore abituale del Ministero Nitti, ha cercato di separare la responsabilità personale dell’onorevole Tittoni da quella del Ministero medesimo, facendo con ciò un torto evidente alla serietà di coloro stessi che egli si proponeva scagionare. Del resto, il compromesso Nitti del gennaio costituisce la contropartita inscindibile dell’accordo Tittoni-Venizelos. L’onorevole Ciccotti ha detto anche che l’onorevole Tittoni