Dalla crisi albanese alla diffamazione di Fiume. 69 naie e centrale fino alla Vojussa, nel 1916, era occupata dalle armate vittoriose dell’Austria-Unglieria ; dunque non vedo come in quelle condizioni avremmo potuto sistemare l'Albania... ClCCOTTI — Ci siamo spartiti la roba che ancora non avevamo. PRESIDENTE — Onorevoli colleghi, li prego di non fare dialoghi. Vorrei che 1’ onorevole Ciccotti mi lasciasse finire l’esposizione dei dati di fatto. Non si può assoluta-mente dire che gli onorevoli Salandra e Sonnino abbiano «promosso», con l’articolo 7 del patto di Londra, la spartizione dell’Albania : prima di tutto perchè, ripeto, da quell’ articolo risulta in maniera indubbia ed univoca che la preposta di spartizione eventuale, se mai. sarebbe dovuta venire dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dalla Russia, e che l’Italia semplicemente dichiarava di non opporsi a che tale proposta si attuasse purché una condizione si fosse verificata. Quale condizione ? Se l'Italia avesse ottenuto integralmente sulle Alpi e in Adriatico tutto ciò che le si prometteva dagli alleati con gli articoli 4, 5 e 6 dello stesso patto di Londra, allora essa non si sarebbe opposta a una iniziativa franco-russo-britannica di spartizione dell'Albania. ClCCOTTI — Scusi, onorevole Federzoni, se la interrompo; ma desidero osservarle che, nonostante noi non avessimo ottenuto ciò che costituiva premessa alla