Le rinunzie di Rapallo. 147 nosciuti ed oltraggiati nella stessa purezza del loro sentimento nazionale dagli ingrati fratelli italiani ! Da 40 anni, onorevole Colajanni, erano soppresse in Dalmazia, eccetto che a Zara, tutte le scuole pubbliche italiane; e il Governo della Dalmazia, nei due anni della nostra occupazione, non ha mutato nulla di tale stato di fatto, dando l’esempio più insigne, a dispetto di tutti i calunniatori, del suo forse persino eccessivo spirito liberale. D’altronde , se quello è un paese bilingue, perchè la lingua che vi si deve ritenere nazionale ha da essere quell’altra, quando tutte le espressioni tradizionali della civiltà sono in Dalmazia italiane ? II segno più incisivo e più eloquente della civiltà tradizionale dalmatica è dato dai monumenti dell’arte, che non ritrovano alcun riscontro analogo oltre la muraglia delle Dinariche, mentre il genio autoctono di Giorgio Orsini, dei Laurana, delI’Alessi, degli autori degli stupendi capolavori architettonici e plastici di Sebenico, di Zara e di Traù, rispecchia, come una manifestazione perfettamente simultanea e parallela, anzi identica, le creazioni del Rinascimento italiano. È in ciò la rivelazione massima, innegabile per chiunque non sia affatto sordo alla vita dello spirito, la prova miracolosa della assoluta unità, in Italia e in Dalmazia, del genio nazionale. Ma veniamo ai rilievi dell’onorevole Salvemini, dei quali veramente non riesco più oggi a comprendere la necessità e l’opportunità. L’onorevole Salvemini ha avuto causa vinta, ha raggiunto finalmente l’obiettivo a cui aveva dedicato tanta ingegnosità, tanto fer-