286 // trattato di Rapallo. rispondere insieme a necessità di difesa nazionale e strategica, si dimostra ancora una volta la ignoranza dei luoghi, non potendosi concepire possibile una vita della Dalmazia costiera non appoggiata ai distretti interni che la alimentano, nè una vita dei distretti separata dalla costa che è la sola via di comunicazione per essi. Nessun motivo poi giustificherebbe la rinuncia, da una parte, ad una linea di confine così nettamente definita come quella delle Alpi Bebie (Veleb't) e del Dinara (se pure oltre questo la linea di armistizio abbia una andatura poco logica ma certamente correggibile) ; dall’altra, per tenerci ad una indicazione succinta, ai mirabili puri centri di italianità superstiti nel gruppo delle Isole Curzolane, le quali, come è noto e come è straordinariamente persuasivo dopo qna semplice visita, costituiscono un'antemurale di primissimo ordine. Quando si sia tutta percorsa la Dalmazia è semplicemente umiliante pensare che, con la considerazione delle deficienze della linea fissata nel Patto di Londra, deficienze senza dubbio innegabili, invece di formare il proposito di correggere queste, si sia voluto e si voglia ancora in queste ricercare il motivo di successive rinuncie, illogiche, irrealizzabili, tali da aggravare le condizioni del nostro possesso. Noi crediamo anche che quanto abbiamo veduto e indagato qui nella Dalmazia liberata e appreso sulle condizioni di quella occupata dalla Jugoslavia, dia poi maggiore fondatezza a quella considerazione, ormai evidente, che, cioè, le rinuncie indicate nelle varie soluzioni di compromesso, oltre che irrealizzabili e dannose, sarebbero assolutamente inutili per lo scopo che si dice di voler raggiungere : le buone relazioni con la Jugoslavia. La Jugoslavia è ancora una indicazione geografica, non quella di uno Stato a politica unitaria e definita, e nostre rinuncie totali o parziali in Dalmazia offrirebbero soltanto motivo di lotta alle nazionalità e ai partiti in contesa nella Jugoslavia, che hanno reso finora impossibile, a malgrado della forte azione centralistica di Belgrado, la costituzione ed il funzionamento di un Governo regolare. Quell’uomo politico jugoslavo che sottoscrivesse un patto con l'Italia, anche con l’abbandono nostro di tutta la Dalmazia, dopo che a Pallanza la Jugoslavia contava di ottenere dal- 1 Italia, oltre la Dalmazia e le isole, il confine giulio e parte del-l'Istria Orientale, sarebbe violentemente combattuto e smentito, e le nostre rinuncie sarebbero considerate soltanto come una prova della nostra debolezza e una ragione per alimentare il folle irredentismo, che, come lo stesso Trumbic dichiarò nel suo primo ed unico discorso tenuto a Pallanza, non può recedere dalla pretesa del confine al- I Isonzo. Dalle notizie che continuamente giungono dalla Jugoslavia.