Appendice. 233 canale di Corfù. Se voi diceste che queste proposte non vi contentano, non mi meravigliereste poiché non contentano nemmeno me. Però io non voglio mendicare un applauso avvilendole e svalutandole troppo e, piaccia o dispiaccia quello che io dico, io le giudico così : esse non rispondono interamente al nostro sentimento nazionale, ma ci darebbero garanzie non spregevoli per la nostra posizione e la nostra predominanza nell’Adriatico. Ad ogni modo esse rappresentano tutto ciò che può darci la collaborazione della Francia e dell’Inghilterra le Squali, se hanno consentito ad affermare con noi la sovranità italiana su Fiume, contro la quale con suo recentissimo telegramma, di cui ebbe verbale comunicazione la nostra Delegazione a Parigi, il Presidente Wilson persiste a muovere obiezioni, sono però parimenti d’accordo con Wilson nel ritenere che il porto e la ferrovia di Fiume debbono essere affidati alla Lega delle Nazioni e la Dalmazia tranne Zara assegnata ai jugoslavi, dando invece all’Italia ii controllo dell’Albania, che colla neutralizzazione del canale di Corfù assicurerebbe ad essa la padronanza assoluta del cabale di Otranto e quindi dell’Adriatico. Noi abbiamo sempre pensato che i! Parlamento nulla deve perdere dei suoi diritti ; esso quindi sarà giudice, esso dirà l’ultima parola, esso sarà interprete del pensiero e del sentimento del paese. Una sola cosa io raccomando, e, se non la raccomandassi, crederei di compiere un vero tradimento verso il mio paese, e cioè che la manifestazione del Parlamento, pur affermando come tutti affermiamo l’italianità di Fiume, non determini la nostra uscita dalla Conferenza, poiché quando ciò avvenisse la conseguenza per noi sarebbe la perdita di tutti i vantaggi che ci derivano dai trattati alla cui esecuzione non verremmo più chiamati, sarebbe l’isolamento, sarebbe la rinuncia alla posizione di grande potenza che la nostra presenza alla Conferenza ci assicura, sarebbe un grave errore del quale ben presto dovremmo pentirci. Non aggiungo altre parole poiché già so che in questo concetto consentono pienamente gli uomini più autorevoli di tutti i partiti ed ho salda fiducia che esso troverà piena adesione nel patriottismo illuminato della Camera e del paese. Ad ogni modo dovrete tener presente che non siamo i soli cui fu conteso di conseguire tutte le aspirazioni e rivendicazioni. Scarsamente ricompensato del suo martirio fu l’eroico Belgio che trattenendo per vari giorni l’irrompente esercito tedesco salvò l’Europa e per grandezza morale prese il primo posto tra le nazioni. La Romania entrò anch’essa in guerra con un trattato tra le cui stipulazioni ve n’era una che assegnava ad essa tutto il Banato. Eb-