86 DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. figliola di Dio et custode così perfetto, che in lei non vi debba mai lasciar penetrar pur li terrori della guerra e spaventi e nontij de quella. E se ben ha con si sempre le alle, corno habbian veduto alla nostra ettà, quando le gienti mimiche, per non poter passar in essa e non potendoli nuocer con altro, cercorno di nuocerli con li terrori e spaventi, e per questo misseno fuocho in li luochi circonvicini a questa laguna e più prosimi a questa città, ma non però feceno fruto alcuno. E ciò si conobe, per questo non restorno li huomeni di fare il dì i suoi negotij, e la notte li giovani di andare nelle barche con suoni e canti, e dico quella istessa notte che li fuochi diti di sopra ardeano, le grandissime fiame de’ quali faceano luce nel mezzo de essa città, da ogniun sapendosi che erano lume delli fuochi inimici, ma non però operorno, che in lei vi potesse passar pur un minimo terrore, nè tristitia alcuna, fruti amarissimi produti dalla guerra, i qual poi son dispersi in erba della salutifera laguna, la qual conserva questa città non corno la fosse in terra e nel luogho che la è, ma in cielo, a tal che’l si puoi dire che li habitanti in essa mai videron nè sian per veder le armi mimiche, perchè la laguna si conserverà col mezzo che io aricorderò, da me longamente pensato e ripensato. Dal qual però pensiero non han potuto levarmi le openion di molti, che dicono la laguna esser irreparabile, nemeno le tante esperienze fate per tal conservatione e le spese de tanti million de oro gietati via e che han operato il contrario, perchè ho conosciuto che chi li han consigliati, non vi han pensato bene nè ben ricercata questa bella materia, che è alta, ma si ha fondato solamente sopra una sua pocha pratichuzza senza consigliarsi con quelli che più di lor sapeano. Cosa che non voglio far io, anci voglio consigliarmi con quelli che più di me sano, quantunque dagli miei teneri anni a questa mia età senile habbia speso tutti li giorni miei in observare e con la longa esperientia imparare questa più che ogni altra utile peritia a benefitio e comodo di questa mia dolcissima patria. La qual peritia, per contenere in sè effetti e cause naturali, si puoi dire parte della vera filosofia. Per il che ho elletto per miei consiglieri non solamente li periti, ma quelli che dalla natura sono stati creati a simil belle conside-rationi, et ancora li doti e sublimi inzegni, a li quali questa mia faticha indirizzo pregandoli che, per bene de il mondo, vogliano coregier lo aricordo mio, quando in qualche parte non fosse buono. Ma acciochè ogni uno, pratico e non pratico, vi possi metter il suo giuditio, ho ridoto in ordine e regolatamente questa dottrina trata dalla sua pratichar e vi ho agiunta la sua theorica, nella quale distintamente e con bon ordine ho esposti e dechiariti li termini, principij e fondamenti di essa peritia, senza li quali la non si può sapere, nè giudicare. I quali prima descriverò, e poi narerò li aricordi miei, et ancora li dimostrerò il dissegno, acciochè ogni uno possa con pocha fatica, ma con perfetto e sano giuditio, giudicar la openion mia. Hora vengo alli fondamenti e termini: ma sarò sforzato da quelli e da questa peritia di usare delle sue proprie parole, le quali, per esser sue proprie, hano gran forza; e però non le lassarò, nè lassarò li soi termini, el primo delli quali è : PRIMO FONDAMENTO DEL MAG.“ MESSER ALVISE CORNARO Che l’acqua de il mare fuori de questi nostri liti va e discore in garbino, cioè contra tal vento. E per usare le parole usate in questa peritia, che si dice così: tirano in garbin, cioè discoreno verso Malamocho, Chiozza, Brondolo e Fosson. E di questo termine e fondamento non vi è raggion alcuna, ma ben se vede in fatto et alli canali over fuse, che sono fuori delli porti, che tutti, corno usciscono del porto, si voi-