320 * * * Altro ospite graditissimo delle nostre lagune, del merc^p peschereccio e delle nostre mense, è I anguilla o bisato. Il commercio di questo stranissimo animale, è fonte grandissima di ricchezza : basti pensare — dice sempre il Ninni — che nelle 128 valli da pesca che si estendono, dai nuovi confini ora conquistati, a Comacchio, la pesca annuale delle sole anguille grosse o femenali, raggiunge i 12.000 quintali. Le anguille piccolissime, si chiamano sedioli o cirioli; burateli quelle sull etto e mezzo; bisati fino ad un kg. circa; anguille quando passano il chilogrammo; e se superano anche i due chilogrammi, fino a cinque, più esattamente si distinguono in bisato marin (dal ventre giallo, testa appuntita, occhio piccolo), ed in bisato fonemi (parte ventrale d un bel bianco argenteo, una striscia di piccoli punti neri lungo i fianchi, occhi molto sviluppati, talora enormi). Questo è l’abito nuziale del bisato adulto, che allora è sessualmente sviluppato; e dai laghi, dai fiumi, dalle lagune, è irresistibilmente spinto ad emigrare verso il mare, verso le profondità abissali dove è nato, e dove deve compiersi il suo ultimo destino, d’amore e di morte. L anguilla, che noi apprezziamo soltanto per le sue eccellenti qualità gastronomiche, è il protagonista di uno dei più interessanti romanzi zoologici, che la natura abbia mai scritto... Fino a non molto tempo fa, era ignota la sua origine, come ignota la sua fine che non fosse... culinaria. Non se ne conosceva il modo di riproduzione, perchè non apparivano diversità fra i due sessi; non si credevano appartenenti alla stessa specie, gli individui allo stato larvale, e le cosidette cieche o capillari, ma si davano loro classificazioni diverse. Il problema aveva sfidato per secoli la curiosità degli studiosi e dei pratici, e si erano versati sul’argomento, fiumi d’inchiostro. Furono due italiani, il Grassi ed il Calandruccio, a diradare le nebbie del mistero; le loro scoperte furono confermate in pieno dalle ultime ricerche, ordinate in grande stile da congressi scientifici, e particolarmente per merito degli svedesi. Le anguille hanno origine nelle profondità abissali, e specialmente nelle immense foreste del mare, conosciute col nome di mare di Sargassi. Il loro corpo, senza ossa, meravigliosamente duttile ed elastico, fu creato per sopportare le più alte pressioni. Di là le piccolissime larve partono a miliardi di miliardi. Un istinto prepotente le spinge a viaggi favolosi di migliaia di chilomet' verso le spiagge dell’Europa, dell’Africa, dell’America, marciar probabilmente, per il nostro mondo atlantico, sulle infinite vie d correnti del Golfo. Miliardi di esse muoiono prima di raggiungere la