Da San Giorgio, alla punta della Dogana, dal palazzo Reale alla Piazzetta di San Marco, con quella sua Chiesa, in ¡scorcio, e quel suo palazzo Ducale visto d'angolo, come un titano che s’è piantato li per sempre, a dominar il mare, e lungo la riva degli Schiavoni, colle sue fondamente ed i suoi ponti, ed i suoi palazzi, le sue chiese ed i suoi colori, e la sua folla, le sue barche, le sue navi, fino alla delizia di verde nspecchiantesi nelle acque, dei pubblici giardini, tutta Venezia, la più bella, la sublime. Tunica al mondo, è 11, davanti a voi. Prospetticamente, la punta di San Giovanni è fra i siti migliori di Venezia. Ebbene, quella parte della Giudecca, è chiusa al pubblico, ed è occupata da cantieri ed officine. Ben a ragione, scrive Gino Damerini, (Giardini sulla Laguna): » Grande sventura fu che il progetto di giardino napoleonico in punta alla Giudecca. tra San Giovanni ed il canale che divide l'isola da quella di San Giorgio, non andasse effettuato, per mancanza di fondi prima, per la caduta del regno italico poi. chè sull'area sulla quale sorgevano fin dal XIV secolo il convento e la Chiesa dei Camaldolesi, demoliti appunto in principio dell'ottocento, non avrebbero messa radice, abbarbicandovisi. quei brutti cantieri e quei brutti magazzini, che oggi deturpano, da uno dei suoi punti più esposti, il bacino di San Marco, e la svolta, un tempo armoniosa di mandorli e di melograni, verso la Laguna dell'isola della Grazia. Il luogo era indicato alla creazione di un vasto parco pubblico, più ancora, forse, della remota isola di San Giuseppe; e la sua trasformazione, del resto, non sarebbe costata molto, nè in denaro, nè in fatiche, giacché buona parte del terreno era allora coltivato a prato, giardino, ed a bosco. Su di esso spalancava le finestre della facciata posteriore e delle facciate di fianco, la gentile palazzina quattrocentesca in cui Ermolao Barbaro, aveva, sul finire del XV secolo, instituita un Accademia di filosofia, nelle sale della quale, ospite dei Nani, succeduti in proprietà ai Barbaro, doveva raccogliersi, col tempo, la celebre Accademia dei Filareti. Luoghi rimasti campestri fino a quell'infausto scorcio del secolo XIX. che concepì la devastazione del pittoresco, quale necessario sacrificio, alle esigenze della civiltà meccanica... > • • • Da San Giovanni, lungo il canal della Giudecca. cosi armonioso nelle sue linee parallele, fra le Zattere e l'isola, nella enorme mole delle acque placide, incanalate fra chiese e palazzi, fra ville e giardini, nella chiarezza e serenità d'una luce che si risponde da mare a cielo, giungiamo a San Biagio. E qui troviamo un panorama diverso, più