220 DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. io vivessi longamente, acciochè potessi longamente praticarla e ben saperla ; la secun-da, che la mia unica figliola havesse uno notabille numero de figlioli (sicomo ha, che sono undeci), acciochè, vedendomi io con così.bel numero de nepotti interessati del bene della patria mia e sua, che le fatiche non mi desseron nogia e perciò io fusse più caldo. Onde mai ho mancato, nè manco hora, nè mancherò, fin che haverò vita. E corno perveni alla ettà ben matura, che non produce i fruti suoi in herba, la mia longa fatica produsse quello della theorica di questa peritia, che prima essa non ne havea scrittura in parte alcuna, sì corno hora vi è scritta ordinariamente tutta la sua theorica, talché chi vorà impararla, legendola e studiandola con pratica di puoco tempo, potrà saperla, sicomo a me ha bisognato una longa ettà per impararla. Et il saperla me ha fatto conoscer quatro gran contrarii, che ha questa patria, i qualli molto mi molestano. Il primo è che ’1 suo nimico, che è la terraferma, sia tanto aprosi mato a questa città da Mergera a lei, che, essendo Mergera e quelli contorni luoghi molto comodi alli eserciti e tutti li altri atorno a queste lagune incomodi, oltre che sono lontani ; e la comodità di tal luogho fece a nostra ettà che ’1 sign. Prospero Colona, alhora capi-tanio de l’Imperatore, vi vene ad alogiare, perochè non li mancavano buoni alogia-menti et acque e paese buono. Nè altra atterratione, che fosse in tutti li contorni di queste lagune, potrebe esserli nemicha di questa città : e questo è il primo contrario. Il secondo è la atterratione, che si fa dal mare, della terra condotta al tempo delle fortune e soracomuni portata alla fine e spiagia di questa laguna e lasciata in talle fine, perchè è portata tanto alta, che non puoi più esser ritornata nel mare dagli comuni, perchè non vi agiongono. Che se essi comuni potesseron dominare e coresseno, corno fano per li canali della laguna, ritornarebbono talle atteration nel mare, corno ritornano quelli che a hora si fano in essi canali, havendo li comuni tanti centenara de reflussi, sicomo fi sopracomuni hano puoche desene de flussi. E questo gran danno mi molesta, e più, perchè veggio che è mal conosciuto e men considerato. Et è il secondo contrario. Il terzo è la gran perdita del nostro porto, perdita tanto granda e puoco apreciata. Il quarto, l’esser fatto così buono il porto di Mallamocho, che la sua bontà è causata dalla perdita del nostro, nè poteva il nostro farsi tristo, se quello non si facea buono ; che il farsi buono quello prima ha fatto rimanere questa città senza porto e rovinare uno porto incerto e pegio forte per la sua mutatione, che cadeva con farsi Mallamoco, porto debille, e certo e potente e così incomodo a noi e molto periculoso a poter far danni a questa città, corno voi Signori ben el sapette : però non ve ne dico. So che voi provedarette, che sta a voi in questa mutatione di acque di fare buono il vostro e tristo Malamocho, e così ad un tratto levarette il terzo e quarto contrario, che ha questa città. Quelli altri doi serano poi levati da chi venirà da poi di voi: e però hora non vi dirò, perchè ne ho dito a sufficientia in dui miei trattati e ricordati fi rimedii. Hora, clar.mi Signori, con vostra gratia, havendo finito che dimandai di scrivere, venirò alla deposition e principiarò dal fiume della Piave, tanto nimico e dannoso di alcune di queste lagune, cioè di quella di Lio Mazzor, delli Treporti e di S. Rasmo, che lei ha più atterrato, che non ha fatto tutti fi altri fiumi ad uno tutte le altre, perchè è fiume molto rapido e che descende da monti alti, con gran caduta, e però ha gran corso e porta assai terra. E poi è situato sopravento alli sopraditti porti et al nostro, e per questo le sopraditte tre lagune sono molto atterrate. Nè bisogna dire che siano atterrate per terra, che sia portata dal Siile, Dese, Zero e Marzenego, perchè