scrive a questo proposito il Donatelli : « A Venezia esiste sempre un problema artistico e di bellezza panoramica, al quale neppure le costruzioni popolari possono lecitamente sottrarsi. Nè sono tanto i palazzi di stile quanto il complesso dei movimenti, delle luci, dei colori, delle forme svariate, asimmetriche, talvolta irrazionali, quello che caratterizza il tanto ammirato ambiente veneziano. E l'istituto ha cercato che le sue costruzioni non avessero a portare in questo ambiente una nota stonata ». Che le difficoltà siano state mirabilmente superate, dimostrano molti dei numerosi quartieri, sorti ovunque, in città e nelle isole, e segnatamente, per indicarne taluno fra i migliori, quel- lo Grimani alla Madonna del-l'Orto, i due quartieri Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini a Sant'Elcna, quello conte Giuseppe Volpi a Marghera. 1 metodi con cui l'istituto è andato incontro ai bisogno di abitazioni, sono i seguenti : concessione di case in affitto; vendita a contanti; vendita dietro pagamento d'una parte in acconto, ed il resto a rate: vendita di aree a prezzi modici, coll’obbligo di costruire case di abitazione entro breve tempo prestabilito. * • * Alla Giudecca, l'istituto applicò, a seconda dell'occasione e delle necessità, l'uno o l'altro dei suoi « metodi ». Cosi sono sorti tre bei gruppi di case, alla Corti Grandi, a San Giacomo, e nell’ex Campo di Marte, che sono proprietà dell'istituto, mentre alla Società Anonima Cooperativa fra Operai della Giudecca, per le loro costruzioni, che sono pure a San Giacomo, furono cedute le aree a prezzo di favore. Ciò ottenne pure la Cooperativa Unione Operaia della Giudecca, per il gruppo di case che fu costruito a S. Giacomo e a Sant'Elena. Il problema della casa, gravissimo alla Giudecca, non per ragioni di spazio, ma perchè il più delle abitazioni del povero erano, come 11 dott. comm. Plinio Donatelli, Presidente dell’Ente Autonomo.