126 chiesa del Redentore, lungo la laguna. Questa ortaglia, veramente, era il residuo di uno dei famosi giardini della Giudecca : faceva parte di quello dei Comaro. o ne era finitima. Ridotta a coltivazione, conservava traccie dell'antico splendore. Vi erano ancora, per quanto negletti, i residui della palazzina patrizia, davanti alla quale si apriva un cortiletto. con al centro un pozzo. Lì presso, un piccolo giardino, con quattro maestosi cipressi agli angoli... Statue e vasi, gii ornamento dei pilastri, giacevano rotti a terra... anche le viti e gli alberi da frutto erano trascurati. Solo all'orto, grandissimo, erano date tutte le cure. Il fondo apparteneva ad uno « zotico », ricco, che i giudecchini chiamavano iiel frego», forse perchè abitava nella contrada vicina a San Giorgio dei Greci. Il Greco si recava quasi ogni mattina presso i suoi fittavoli, Pietro e famiglia, per riscuotere i denari incassati colla vendita delle verdure, specie, alla loro stagione, dei carciofi. E l’inglese, non discutendo sul prezzo, comprò senz'altro quell'ortaglia. • • • Essa divenne il giardino Eden; e si può dire che il felice proprietario occupò tutto il resto della sua lunga vita, a far coltivare e a «orvegliare quel sito, che egli illustrò anche in un suo libro, nel quale descrive le sorti del suo giardino, dalle origini, agli sviluppi successivi, dimostrando che sua preoccupazione costante fu quella di rispettare il .genio del luogo». Per provvedere alla mancanza d'acqua, fu scavato un pozzo artesiano, e l'acqua, da una grande vasca centrale, per mezzo di tubature sotterranee, fu portata a molle altre vasche. L'Eden ebbe particolare predilezione per le rose, d’ogni tipo e d'ogni colore, tanto che il suo giardino fu anche chiamalo «delle rose». Aveva scelto le specie m mxfo. eh? nessun mese fosse senza rose, sicché si aveva l'illusione come di un maggio perenne. Ma erano coltivati a profusione anche fiori d'ogni altra specie : e garofani e gigli, e violacciocche e gerani ed iridi e eternatiti, mentre bellissimi alberi di magnolie, o dalle larghe foglie tropicali, o di buone frutta nostrane, offrivano boschetti d'ombra e di silenzio. Il giardino non era solo aperto agli amici, ma a tutti gli artisti ed ai poeti; e talora alle anime doloranti ed amanti che avessero bisogno di ritemprare lo spirilo in quell'oasi di bellezza e di oblio. Dice il Massa che vi è ancora chi ricorda »il vecchio gentiluomo, col suo cappellaccio bianco, con la candidissima barba, passeggiare lentamente, appoggialo al bastone, pei viottoli ombrosi, e fiutare e palpare i suoi fiori, come creature sue. nate da lui. i Galante colle