»44 venne in quegli anni la « tassa sul macinato », che cambiava il modesto industriale in un esattore dello Stato : tassa indubbiamente utile alle stremate finanze della nazione, ma impopolare, e che colpi in pieno I industria mulitoria, obbligando I industriale a rinnovare i suoi impianti, e ad aumentare la potenzialità di produzione, sotto la minaccia di non poter far fronte alla concorrenza ed alle spese, e di dover scomparire. Giovanni Stucky fu il primo ad introdurre in Italia ¡1 sistema « a cilindri », fra lo scetticismo degli stessi tecnici, che non seppero allora calcolarne la capacità di produzione e di sviluppo. Perchè questo fu uno dei grandi meriti degli Stucky, non lasciarsi sopravanzare dai progressi tecnici, ma seguirli a passo a passo, come se i loro opifìci fossero dei campi « sperimentali » per tradurre in atto, quanto andava creando di stupendo la scienza, che negli ultimi cinquantanni si era proposta di mutare, come mutò, faccia al mondo. Fino dai lontani tempi dei piccoli mulini Stucky a Marocco, Chiodo ecc. il tenace e saldo e silenzioso lavoratore, aveva introdotto via via ogni possibile miglioria, e quando egli fece girare i suoi primi cilindri alla Giudecca, la sua marca si era già affermata, e serviva di « base » come tipo e prezzo, nelle contrattazioni; mentre egli aveva saputo affrontare e far sparire l'antica leggenda. che le farine « fine » non si potessero acquistare che in Ungheria, perchè uguali, se non superiori, seppe produrle, lui. Da Venezia, così, egli seppe conquistare anche le difficili piazze di Milano e di Roma. Ma quante lotte, in quei primi tempi, quando non solo gli avversari ed i concorrenti, ma gli stessi amici dello Stucky, giudicavano utopia trasportare uno stabilimento a Venezia, abbandonare la forza motrice naturale che costava poco o nulla, assumere la spesa, cui si credeva non poter resistere un'industria povera, delle motrici a vapore! Nel primi tempi II mulino — era un solido dado dalle rigide linee rettangolari, cui poco dopo si aggiunsero altri fabbricati, formando un « sette » — produceva 500 quintali giornalieri, ed i soliti benpensanti, pronti a giudicare che si trattava di una produzione eccessiva, assurda. Elssi salirono presto ad 800. a 1000 giornalieri, e non erano sufficienti a soddisfare la richiesta. Quegli anni erano i più tristi anche per la Giudecca : caduta all e-stremo di ogni sua risorsa, abbandonata e quasi dimenticata. La popolazione scarsa e grama, non aveva altre risorse che nella coltivazione degli orti e nella pesca, stremate o scomparse anche le piccole industrie, non rimaneva margine di lavoro che nello scarico delle poche navi approdanti all'isola, e nel povero mestiere del remo. Il mulino Stucky fu la provvidenza per parecchie famiglie, il cui numero andò crescendo fino a più centinaia, dando loro, nel lavoro, possibilità di vita agiata e tranquilla, e visioni di sviluppo e d avvenire, per sè e per i propri figlioli.