3^6 Egli nc fu il redentore. Cominciò col costruire delle case coloniche modello, e le forni d'ogni comodità, rispondente all'igiene, e le fornì anche di luce elettrica, diede mano a colossali opere di bonifica, prosciugando paludi, e facendo scomparir la malaria, fece erigere depositi e granai. Contemporaneamente si diede ogni impulso alla coltivazione, specie granifera, fu dato sviluppo conveniente alla bachicultura, all'allevamento dei bovini, al caseifìcio: quel paese, già desolato, risorse presto a grande prosperità, esempio e rampogna ad altri proprietarii di terre, pigri ed ignari, incuranti dell'interesse proprio, che collima coll’interesse nazionale. Ben a merito il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio gli decretò la medaglia di benemerenza, ossia la massima onorificenza che in quei tempi (191 I) si potesse dare ad un agricoltore. Contemporaneamente i suoi coloni offrivano una medaglia d'oro al rigeneratore delle loro terre, al benefattore delle loro famiglie, con questa dedica : « Al cav. Giovanni Stucky — redentore delle terre di Villanova — i suoi trentacinque mezzadri — con affetto di figli — offrono. Perchè l'uomo intraprendente, dalla mentalità vasta ed organizzatrice, era anche profondamente giusto ed umano, e sapeva farsi amare dai suoi dipendenti, che lo tenevano veramente qual padre. Nel suo stabilimento, equi gli stipendi, tenuto gran conto della durata di servizio e della buona volontà nel lavoro, ivi numerose le istituzioni di previdenza, di assistenza sociale : a ricordarne una sola, nel XXV' anno dalla fondazione dello stabilimento, egli elargiva, prevenendo i tempi, cinquantamila lire, somma allora cospicua. • per « assicurare » il suo personale. In quell'occasione i suoi operai gli fecero una dimostrazione indimenticabile. ed un suo operaio, in un discorso, tenuto nella festosa intimità di quei giorni, ricordò al principale, a vanto di tutti che « il recente sciopero generale, esteso a quasi tutti gli stabilimenti ed a tutti i mulini, si fermò davanti alle porte del mulino Stuchy, perchè i Vostri operai Vi sono affezionati, e furono da Voi corrisposti con affetto benevolo ». * * * Chi poteva pensare ad una tragedia, quale deplorò vivamente, allibita da IT orrore e commossa, per affetto e per pietà, Venezia tutta? Al triste episodio dedico poche righe, perchè è troppa pena il ricordarlo. Il vecchio industriale, il creatore geniale, l’infaticabile lavoratore, il benefattore dei suoi dipendenti, venne una sera affrontato alia stazione da un suo avventizio, delinquente e pazzo, che egli aveva tante volte