58 monasteri; a santa Croxe di la Zueca, tute le monache amalate... et fo per li caldi stati in questo inverno. Queste buone monache però sapevano anche bene difendere i loro diritti, e lo vediamo quando nel 1316 un Zuan Andrea Pizzamano, quondam sier Michiel, mostrò di voler far da padrone, e tentò di entrar per forza in certa caxa a la Croxe di la Zueca, di le monache, asserendo che fo fabricata par so barba sier Francesco Pizamano, qual ha fato di novo la chiesia et speso ducati 3000, fu fatto ricorso alla quaranti» criminale, che it trattenne » lo Zuan Andrea. Più energiche ancora furono nel 1325. Apparteneva loro anche il piccolo monastero di S. Anzolo di la Concordia, per bolla apostolica, e lo avevano concesso ai frati observanti Carmelitani. Ma poi, volendo che più i non stagnino lì essendo solum 4 frati, volendo far l'odino via e loro recusando, par che li commessi di ditte monache introno dentro et serò il monasterio et li frati di fuora. I poveri padri, rimasti senza tetto, ricorsero alla Signoria. Di alcune case a la Zueca, a santa Fumia, in la corte di ca Mon-torio, erano padrone le monache di S. Caterina di Mazorbo. Le vendettero nel 1514, con l'approvazione del Collegio. Curioso è il fatto narratoci dal Sanudo in data 5 settembre 1525. Le monache di san Secondo, observanti, ch’erano in 14, doveano trasferirsi a S. Cosmo e Damiano alla Zueca, avendo fatto permutation, con alcuni heremiti camaldulensi, capo dei quali era don Paulo Justinian. Ma le monache diceano non si potriano mai partir senza il corpo di S. Secondo; unde quelli funo contenti lo portassero via, et cussi in una cassa lo partono a san Cosmo. Ma la cosa venne riferita ai cai di X.... i quali mandarono pel castaido, che si scusò nulla saper. Fu chiamato allora il suo capellan, che si recò a rispondere accompagnato da sier Luca Tron, savio del Consejo, fratello di la abbadessa. et sier Nicolò I enier, fu capitano a Padova, fratello di la priora. Venne chiarita la faccenda, e si seppe che le monache, inteso li cai di X aver manda'per loro, avevano riportato il corpo del santo a S. Secondo, nel suo altare. Volevano chieder un permesso speciale al papa; ma furono ammonite a non far pratica alcuna, senza aver ottenuto il consenso della Signoria. \ eniamo adesso ad uno scandaletto. che è uno fra i pochi fatti scovali fra tant'altri, più interessanti, della Giudecca, da commentatori ed illustratori. In questi zomi (15 febbraio 1513) a san Biaxio Catoldo seguite certa cuestione fra loro monache, e si treteno i libri in la testa. Adeo andoe el Patriarca ivi, et udite le loro querele, et scoperse come vivevano mhonestamente, e trovò a una Faustina Manolesso una peliza damaschin bianco foderò di martori, la qaal si dice l'ò fata jier Cri-stofal Lapello, savio ai ordeni di sier Francesco el cavalier. Pochi fra i commentatori ricordano però che il 18 vene in colegio il