IO* L'EPICA BEFFA: DAL PIAZZALE DEL REDENTORI. A buccar; Nell* nostra isola. c proprio »ul piazzale del Redentore, a desti» di chi sta per «alile la »calmala, »orge un allo cippo marmoreo, a ricordare la Befa di Buccari. La locatili lu ben »celta, per un tnonuntent-alla audace imprcta : perchè i Mas (motoicafì anliuxnmergibili) tn quel periodo guerresco (1917-18) erano ancorati, nei giorni di atleta e di ripow. alla Ciudecca. proprio davanti al Redentore, ed anche perchè It corta ardimentosa lu rapidamente progettata e metta ut acciaiane, «u e da. le fondamente dell'isola. Ciò per iniziativa di alcuni prodi, ane lanti di «contraiti e di thdare il troppo ben celalo nemico. Pro<*ironitti principali dell'impresa furano il comandante di fregai» Costatilo C iano, da cui dipendevano quei Mas e Gabriele D'Annunzio, il quale come era «tato tuatore dell'impresa. cosi volle poi parteciparvi I mot destinali all* azione. recavano i numeri 95. 96. I Ire eleganti ed agili battelli, partirono da Venezia, puntando verso il tud. il IO febbraio 1918. ad ore II. a rimorchio dei caccia-torpediniere Abita. AuJate. ed Amano»o In alto mare, a due ore dalla costa, i caccia furono sostituiti nel timore h» dei motoscafi. dalle torpediniere DOS. 18 e 12 P. N. : alle vcMidoe la minuscola flottiglia avvistava 1« coste della Far asina Allora fu dato il via ai mai. che proscgwroao soli, azionati dai loro motori a scoppio La via era ancora lunga, ed era la piò pericolata, dal golfo del Quamaro. risalendo per il canale della Farasma. dovevano attraversate da «od-ovest.