«3 Mi permetto di riassumere quanto il dott. Lorenzetti scrive nella sua Guida intomo al nostro massimo tempio : u La Chiesa del Redentore — egli dice — è di forme classiche; con colonne di ordine composito, poggiate su alto stilobate. L ampia gradinata è coronata da timpano, con due ali a spiovente ai lati. Le statue poste nelle nicchie degli intercolunni, rappresentano San Marco e San Francesco, e sono attribuite a Gerolamo Campagna, artista fiorito verso la fine del XV secolo. L’interno è imponente nella sua maestosa semplicità; esso rivela il genio creatore del Palladio, forse meglio di altre opere sue. È a croce latina, con una sola nave; il braccio maggiore ha 31 metri di lunghezza. Ai lati vi sono tre cappelle, comunicanti fra loro, fra mezze colonne di stile corinzio, disposte a due a due. Il soffitto è a volta; la cupola, sul transetto, maestosa ed ardita. Nel fondo, pure formata di colonne corinzie, maestosamente disposte, vi è la tribuna; e dietro si trova l'ampio coro. In mezzo, l attar maggiore : ben composto in lince semplici ed armoniose ». Ometto le lapidi, già riportate nel testo del Sansovino, e ricordo solo le principali opere d'arte. Ecco sulla facciata d’ingresso due grandi lunettoni : « La Vergine che presenta Gesù al Beato Felice, cappuccino », di Pietro Vecchia, (secolo XVII) e « La Vergine fra Santi, supplicala dal Doge e dalla Signoria per la liberazione di Venezia dalla peste », dipinti a chiaroscuro, di P. P. Piazza (fra Cosimo da Castelfranco, tee. XVII). Questo padre è pure autore di altre figure, nelle nicchie degli intercolunni : dottori, profeti, sibille, evangelisti, in luogo delle statue, che attendono ancóra il generoso donatore. Cappelle del lato destro : Nella prima ammiriamo la n Nascita iettante documento. tutto dal faacicolo Corono ptorntorto dell'Aich. Provincia-litio del RfdnUnr. a. 1261 /59. Eccolo: Il Governo Provvisorio Jella Repubblica Veneta Al M, R P Provinciale dei Cappuccini in Vene tic • Coti gioia scorgiamo come Cordate religioao. che. tolto in tempi liben e glorio« all'Italia, lemptr comeatl intimamente col popolo, e dal popolo «empie fa benedetto, anco in quelli d) ti dimoatii tantamente devoto alla pallia. Sebbene lupeiflua a coloro che hanno (là la ncoootceaia di lolle I anime genetoae noi crediamo pelò debita ima paiola di glatitodine. e la «inviamo col cuore. Preceda, e Padri, al noatro veaaillo la vottta Croce, all'opera noma la Votila parola: combattete pregando, che qoeata terra, polvere di Mali eroi e di tanti Santi, non Ma dal pie' degli ingiutti profanata a. Venezia. Il 4 aprile 1648 Il Pieudeate II Segretario Mun Zoomo Tommaseo