DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. mare duoi miglia in circa dal 1530 in qua ; nel resto degli liddi pochissima atterration si vede, la qual atterration non prociede principalmente dalla Piave, ma da altra causa, corno se dirà. Et da poi che ’1 fo fatto il taglio al loco della Tagia de Re, la Piave nel tempo delle inondationi manda li dui terzi della sua acqua di sopra via il sustegnio fatto a esso taglio negli paludi situati tra essa Piave e il canal, che descende da Cittanuova fino alli Revedoli, ditto Largon, et in esse paludi e lì pone li dui terzi della sua torbidezza. E ne havemo la esperientia al presente in questo modo. Havendossi inten-tione di condur 1’ acqua della Piave, che discende per esso taglio al porto Cortelazzo e per quello nel mare, serata tra arzeri, et non vi essendo terreni per essi paludi, el si lascia corer la Piave anni doi et poi si ritrova condotto tanto terreno, che se li fano arzeri grandi e grossi in longezza de passa 500 trivisani ogni doi anni. Il resto, che poi descende per l’alveo vechio, non può esser tanto che ’1 possi causar la atterratione nel mare, che egli dice. Per un’ altra via se vede il contrario. Il litto da S. Rasmo da anni 20 in qua è più presto sminuito che cresciuto, che, dove verso li Treporti vi erano passa 37 di litto, fuori de alcuni luoghi mesurati al tempo, che si fece uno catastico de essi fitti per 1’ offitio, che fu del 1502, questo anno è stato mesurato il loco intravenendo fi Magn.ci Esecutori e non se ha retrovato se non passa 24 de litto. Et quelli, che hano delle vigne alli Treporti et che confinano con il mare, hano convenuto far delle palate in marina, acciò che esso mare non rovini le loro vigne ; et così verso il porto di S. Rasmo se ha convenuto far e per il publico e per fi privati delle palate in marina da anni 15 in qua, che viene ad esser tutto il contrario di quel che lui dice. Quanto alli fari, che quelle siano in manco fondo, dico io che il loco, dove sono, non è mosso un dedo da molti anni in qua, e li armiragi, peoti e pescadori certificarano. Potevassi ben veder qualche danno dal 1530 in là, il quale non solamente si poteva causar da 1’ acqua della Piave, ma da altre caggioni, le quai dirò al suo luoco et tempo. Ma dal 1535, che ’1 fo aperto il taglio in Piave, si vegono gli fitti più presto sminuiti che cresciuti nel mare dal porto di Venetia a quel di Piave. Ma io dico che, conducendossi in la Piave, corno io aricordo, il Dese, Zero e Siile, li qual fiumi escono nel mare per li Treporti lontano miglia tre dal porto di Venetia, li alontano miglia 9 de più, cosa che li serà a esso porto di grandissimo benefitio. Et ponendovi poi la Piave tutta nel porto Cortellazzo, questo serà un dar la mana de presenti al porto di Venetia e no il tosico a tempo, corno lui dice. Et questo è quanto che io rispondo alle frivole opposizioni fatte per lui a l’aricordo mio generai. E benché lui facia le oppositioni soprascritte, non però afferma che la cosa non sia reuscibile, nel che tutto consiste. Dice ultimamente che la Piave si doveria poner nel porto Cortellazzo, come è preso del 1534, cosa la qual conseglio anche io, ma non nel metodo, che si contiene nella parte presa sopra di ciò, imperochè, se questo si fa per arbasciar 1’ acqua di quelle dal taglio in suso, la non si arbasciarà per questo un dedo, lasciandone venir ancora per il suo porto. Dice ancora che la Piave atterra più in uno anno al presente che la non facea per il passato in dieci : a questo rispondo che al presente la atterra manco in anni 10 che la non facea avanti il 1534 in uno anno per le raggioni ditte di sopra. Il secondo è maestro Piero di Guberni, ditto Piciolo, protho a l'offitio dal salle per le fabriche publiche. Letta la sua scrittura, vedo che quello conferma che il levar via delle fiumare di questa laguna, corno il Siile, Dese, Marzenego e Muson, seria de gran benefitio a quella