'31 NOTE E CURIOSITÀ. Rk> Rcrlomonl Qui sia permessa una parentesi. Abbiamo visto ricordare, nella descrizione del giardino Eden, «/e more de inorerò». Eira un frutto quasi particolare della Giudecca, era una caratteristica simpatica dell'e-state veneziano. Tutti quelli che non sono giovanissimi, ricordano i nostri ortolani che si improvvisavano venditori ambulanti alla stagione e gridavano la loro merce con una frase ed una intonazione tipiche : • hele more del morero, chi col more ». Servivano, con mani che parevano sanguinanti, il frutto saporoso su foglie di vite: nella festa del Redentore. le more venivano offerte su rozze tavole contornale da panche, all'aria aperta. Ora le more ed i moreri sono finiti, distrutti. Non ve ne sono più. La utilizzazione di orti e giardini a scopo industriale, l'abbandono del- I arte agricola, l'opera del tempo, i rigori delle stagioni, hanno fatto >panre i a moreri » dall'isola. Ve ne sooo otto o dieci in tutto, ancora, ed intiSichiti e tristi.come te consapevoli del l'abbandono e della prò*-»una fine. Di a more « non se ne vende più : »e il sig. Eden fotte vivo, non potrebbe aver più il piacere di vederle cogliere da una bocca bella... Poca cosa ! Ma per la conservar ione di una dolce tradizione veneziana. si può ben pregare privati e comune di piantar nuovi moreri, nei giardini e negli orti residui... I pochi ■ moreri a ancora esisterti ti trovano, alcuni da Co»* 'alimi e da Jogna, uno o due alle case popolari • tao Giacomo, uno *e nè anche nel giardino della scuola..... Trovo nel Tatsini, che orti e giardini, e le annette case, ti davano in affitto alla Giudecca. anche per pochi giorni o per un giorno *olo. specie nei secoli XVII e XVIII. Era una piccola industria, molto pratica, se non troppo limpida.