3>5 I go si pescano anche colla nassa (ed a cheba, ad esca), come pure le anguille, in primavera ed in autunno, si pescano con un tramaglio (serberai). Altro tipo di pesca, è quello per esempio, a fogna, che si usa di notte, per i branzini d’inverno, o colla cassarasca, e si fa pure d’inverno, per raccogliere crostacei (cappe e capperozzoli). * * * L'industria delle moleche è una delle più importanti, fra le industrie popolari, di Venezia; ed è curata fra noi quasi esclusivamente alla Giudecca. È dunque nel mio compito il farla conoscere, e mi è facile, avendo il conte Emilio Ninni, il quale è forse l'uomo più competente che oggi vi sia in Italia, negli studi d'ittiologia, scritto fin dal 1924, per la Rivista mensile della Città di Venezia, un esaurientissimo articolo dal titolo L’industria delle moleche. Mi basta quindi riassumerlo (*). Questa industria è relativamente recente alla Giudecca. Il conte Ninni scrive : « un vecchio molecante del ben noto Rio della Palada, mi assicurava che solo da tre generazioni era stata introdotta dai chioggiotti a Venezia, l’industria delle moleche; e precisamente da un suo bisavolo... Se tale affermazione risultasse veridica, bisognerebbe risalire a non oltre la fine del XVIII secolo. Tutti conoscono i granchi — nota il Ninni — ma pochi hanno delle cognizioni precise su questo curioso, assai prolifico, ma insieme utilissimo abitatore delle nostre lagune, come lo è di quasi tutte le acque marine delle zone temperate. Esso è conosciuto sotto parecchi nomi; ciascuno dei quali corrisponde ad un momento della sua mutevole (>) A questi modelli cenni tuli* pescicoltura e pesca a Venezia ed «11« Giudecca. sono necessario complemento alcune notizie sul Museo Civico di Storia naturale, di cui sono il miglior ornamento le raccolte ittiologiche. Le collezioni zoologiche che si trovano al Civico Museo, di Storia Naturale, sono composte da doni fatti ancora al principio del 1800 e, specialmente, dalla collezione ornitologica del co. Contarmi, da quella malacologica dello Spinelli e da altre di molto minore importanza. Ma il nucleo principale proviene dalla munificenza del co. A. P. Ninni, morto in Venezia nel 1891 e da quell« di suo figlio il grande ufficiale E. Ninni. Questi eminenti due zoologi vollero che tutto il materiale raccolto per I illustra-zione dell* («un» veneta (e sono parecchie centinaia di pubblicazioni) forse destinato ad incrementare il Museo. Oggi il visitatore può ammirare complete raccolte interessanti la fauna della regione veneta, come uccelli e molluschi, nonché quelle recentissime donate dal co. E. Ninni di uccelli e di pesci dell’Adriatico : una ricca serie di preparati sulla metamorfosi delCanguilla. ed i modelli di barche ed attrezzi da pesca usate dai nostri pescatori lagunari e di mare.