75 tronchi e di frasche, e coperto di ricche stoffe, in fondo al quale si eresse un altare, per collocarvi l'imagine del Redentore, dipinto da eccellente artista, e nobilmente incorniciato d oro ». Siccome poi la processione si prevedeva numerosissima, sicché troppo difficile sarebbe stato il traghettare tanta folla per via di barche, cosi si pensò di gettare un ponte sopra una ripa di grossi battelli, tramezzato da un arco, onde lasciar libero il passaggio alle gondole. Il ponte cominciava dalla piazza di San Marco e metteva capo a San Giovanni della Giudecca. Fu fatto in quattro giorni, e — dice la Michiel — fu prodigio ('). L'anno susseguente nel giorno 3 maggio il doge Luigi Mocenigo. vestito in tutta la maggior magnificenza, andò col patriarca Trevisan a porre la prima pietra del votivo edifizio, e deposevi alcune monete come abbian visto, colla leggenda : ex pio solemnique nolo, Rei-publicae (*). • • • Il Tassini, come al solito circostanziato e preciso, aggiunge nuovi particolari. « Fiorenza Corner — egli narra — moglie di Pietro Trevisan. e Teodosi a Seri ps tana edificarono alia Giudecca una chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli, ed un prossimo convento, che nel 1541 consegnarono a fra' Bonaventura degli Emmanueli, minor osservante. Questi nell'anno medesimo v'accolse i cappuccini, dei quali vesti l'abito, ma dopoché Bernardino Ochino, loro generale, cadde nell'apostasia, riassunse l'abito degli osservanti, e discacciò i nuovi venuti. Essi nel 1546 fondarono un piccolo convento di tavole in un altro punto della Giudecca, che era chiamato « Monte dei Comi », perché là si depositavano tutte le coma de' buoi e altri animali, ammazzati in Venezia. Solo nel 1548. atterrato da un turbine il povero ospizio, e morto fra Bonaventura, ritornarono a Santa Maria degli Angeli. Essendo poi stata la nostra città negli anni 1575-76 colpita da fiera pestilenza, la Repubblica fece voto d'innalzare »untuosa basilica al Redentore, qua- (') Il ponte era lungo 2559 piedi e largo 18. L'anno «eguente il ponte fu diTÌio, uno a S. Maria del Giglio, il «ecoodo all'oipedale dello Spinto Santo. (*) NeH'occauooe del roto e della poaa della ptima pietra, furono coniate e poste nelle fondazioni alcune aitile, di cui a ha qualche campiate, al Cmco Miueo Corte» ed al Briliik Mura« di Londra, fra le monete e medaglie del doge AWue Mocenigo I. Taluna di «*e. rapptoenla le linee di un tempio; ed ha pamcolate mieteste, come documento da »frontale co« vani progetti allota pio-porti. ( Padre DmiJe Jm Porfograaro. op cti).