101 L’atto del governo nazionale venne naturalmente considerato in Jugoslavia come un nuovo passo nella pretesa opera di isolamento della Jugoslavia nell’Europa danubiana e balcanica, mentre invece non fu altro che una nuova dimostrazione della tendenza pacifica della politica italiana. L’Ungheria, il paese che subì le massime mutilazioni territoriali, a vantaggio degli stati eredi, che ha più d’un terzo della sua popolazione «otto il dominio cecoslovacco, romeno e iugoslavo, uscì, così, dall’isolamento cui l’aveva condannata la politica della Piccola Intesa, appoggiata apertamente dal Quai d’Orsay. La ripercussione di questo fatto, tanto a Praga, quanto a Bucarest e specialmente a Belgrado, non fu indifferente : l’opinione pubblica e la stampa europea si accorsero che esisteva un problema da risolvere : il problema ungherese, che non poteva rimanere di esclusiva competenza della Piccola Intesa. Ritornò di attualità il problema della sistemazione di Fiume, porto naturale dell’Ungheria, cui la subdola politica del governo di Belgrado tentava di sottrarsi. E con il problema di Fiume ritornò sul tappeto della discussione anche quello riferibile alla zona franca iugoslava di Salonicco, a suo tem-