58 fissate con lo Statuto di San Vito (28 giugno 1021), nonostante (’appoggio morale e materiale dei suoi amici occidentali, lo Stato S.H. S. non riesce a consolidarsi, a unificarsi, a diventare un vero e proprio organismo nazionale e statale. Di origine identica, ma diversi per tradizione, storia, religione e soprattutto per educazione e forma mentale, i Serbi, i Croati e gli Sloveni non trovano un modus rivendi. Di fronte all’egemonia serba, che ha nel governo di Belgrado il suo massimo esponente, sta la tendenza separatista croata, cui aderiscono tutti i croati, sieno essi radiciani cioè repubblicani con spiccata tendenza al bo4-scevismo, o nazionalisti legalitari, a cui l’antica fedeltà agli Asburgo impedisce di accettare senza proteste il giogo dei Serbi. Le differenze religiose rendono piò acre il dissidio, chè fra popoli primitivi è inconcepibile la tolleranza religiosa. D’altro canto la Serbia, pre valentemente agricola, non riesce ad accordare i suoi interessi con quelli della Croazia che in quest’ultimi 30 anni ha avuto un importante' sviluppo industriale. E neanche gli Sloveni, cattolici e tradizionalmente fedeli afll’ex-mo-narchia danubiana, rieseouo ad adattarsi al nuovo stato di cose. Perciò, nonostante le diffe-