1M non soltanto la situazione balcanica, così poco favorevole all’espansionismo iugoslavo, ma ricordando la visita a Roma di Michalacopu los e di Cafandaris — ministri greci — avvenuta il 10 luglio, anche l’ufficiale rigetto — 23 agosto — delle convenzioni serbo-greche, nei riguardi di Salonicco da parte dell’Assemblea greGa. Intanto si svolgevano rapide trattative fra Parigi e Belgrado per un patto franco-iugoslavo che veniva firmato il giorno 11 novembre; con esso patto le convulsioni balcaniche si inserivano nel quadro della politica europeo-mediterranea, mettendo in discussione i rapporti fra Italia e Francia. Le dichiarazioni di Briand non potevano dare alcuna garanzia di pace. Il « Foglio d’Ordini » rudemente, nei riguardi del patto, affermava : Il trattato f ran co-iugoslavo è considerato a Parigi come un atto di pace, a Belgrado, come un patto di guerra ». Ma limitarsi al rude monito sarebbe stato ingenuo. Il governo di Roma, per chiudere definitivamente l’incidente balcanico, firmava il giorno 22 novembre 1927 un trattato di alleanza difensiva con l’Albania, trattato che veniva reso di pubblica ragione il giorno stesso in cui, alla Skupcina, il mini-