ite po risolto a scapito della Grecia dal dittatore Pangailos, e che il nuovo governo greco considerava insoluta. La resistenza fatta dall’Albania airimperialismo iugoslavo, diede maggior forza aJlla Grecia di resistere alle pressioni di Belgrado e di denunciare le convenzio ni firmate da Pangalos. In Jugoslavia, naturalmente, dietro la resistenza greca, si volle vedere l’azione dell’Italia. In queste condizioni, cioè completamente isolata col passivo di un grave insuccesso in Albania, e un imminente non meno grave insuccesso in Grecia ; in sospetto della Romenia per l’ostile interpretazione della ratifica ita liana del protocollo bessarabico; avversata dalla Bulgaria per le sue mire d’ulteriori con quiste e per la mala amministrazione defila Macedonia bulgara, e dall'Ungheria per i mal tolti territori; sorvegliata dall’Itailia nell’Adriatico e sul confine italiano, la Jugoslavia si presentò a Jachimovo, — 15 maggio 1927 — al Congresso della Piccola Intesa. Quasi tutti i grandi problemi europei — la Piccola Intesa ha la malinconica abitudine di darsi delle arie di vera e propria grande potenza — era no all’ordine del giorno. Ma nessuno di essi nonché risolto, non fu nè meno affrontato.