DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. » 113 • mare, et in quel luocho così largo et aperto gli arzeri, corno si vede fra li altri che notabilmente si li ha fati il Po. Il quale, com’è di sotto dalle Fornase e dove non vi è caduta naturale, se ha fati gli arzeri e lo suo alveo ha diviso da sè in più alvei, e non ha conservato il suo solo, largo com’ è, ma diviso almen in quatro alvei. E questo 1’ ha fato e lo fariano gli fiumi, perchè non si possano conservare un canal largho in luogho piano, nel qual luocho non si puoi formar gran corso, e dove non è corso non si può dar fondo, per il quale tosto li fiumi si scarichano e sboreno. E però la natura de 1’ acqua da sè si fa più canali in tal luoghi, ma ben più streti, e l’acqua ristretta forma rnazzor corso e dà maggior fondo. E più importa in un canale un piede di fondo, che dieci in largezza, perchè nel fondo l’ acqua ha gran forza e tirra molto più che nella superfitie. E chi vuol chiarirsene, ne faci la esperientia con una botte che habbia doi spine, una nel mezzo, e l’altra nel fondo, e lassando uscire l’acqua per ciaschuna, e che siano di simil grandezza, quella di sotto ha pieno il mastello che quella di mezzo non l’ha impito mezzo. E questo prociede, perchè 1’ acqua, che è di sotto nel fondo, è caciata da quella di sopra, e più che vi è altezza di acqua, più quella, che è caricata in fondo, ha più forza e tira nel fondo. E però dove è pocha acqua, ha pocha forza, e li fiumi per dar forzo alla sua acqua si fanno più canali da sè, perchè habbino più fondo che un largo solo. E non è dubbio che chi volesse far un subitaneo giovamento al Trivisan per liberarlo dalli tanti danni, che fi fa la Piave, che sarebbe lo farvi delli tagli e canali di sotto dalla Zucharina, perchè la sua acqua potesse scaricarsi e sborarsi nel mare per più canali, i quali si darebbono da sè tondo. DUODECIMO FONDAMENTO Che chi mette doi fiumi, cioè 1’ acqua de quelli in uno solo alveo, che ciò non si può fare senza impedir 1’ una e 1’ altra, perchè se’ 1 si fa largo, la non può corere, se’ 1 si fa stretto, la è sforciata ad alzarsi, dico in luogho che non ve è discaduta naturale, ma che ve è luocho piano. TERCIO DECIMO FONDAMENTO Che chi vuol reconzare, refare e riparare uno arzere de un fiume, dove sia sta portato via dalla corentia de 1’ acqua, in qualche volta, dove si fa gran corso e dove si suol reparare con penelli, che’ 1 ve è meglior modo e con la mità della spesa, et è opera che si conserva meglio. Questo è il muodo : metere in tal luogho al tempo de le acque basse delle ciese e così delle bruschaure di vite, che sono .simile quanto a 1’ esser cosa che 1’ una per l’altra si tiene insieme e sono difìcile da separare. E messe in tal luogho con qualche palificata per entro di esse a fermarle, sì che non possano cosi insieme unite esser portate via da l’acqua chiara, che alhora è chiara e con pocha terra in essa, perchè da poi con la pi-ima piena, corno l’acqua mette capo in essa, la terra riman fra quelle, e le carica, et afferma in tutto, perchè vi vien acqua con terra e la terra riman in quelle et in tal luoco, per tal che tre brentane, se ben vi fosse in tal luogho più di 20 piedi di acqua, tal luogho si atterra et, atterrato, poi se impianta di piante di salice et immediate in tal luogho si fa un bel boscheto, il qual si conserva con pocha dificultà. E questo è il meglior riparo che si possa fare a tal bisogni. Et io con tal muodo ho tenuti conservati li arzeri del Bacchion a Chodevigo. E li frati da