IL TEATRO DI RINO ALESSI 265 partiene la casa e la sostanza; quando la moglie, fingendo amore per il marito ipocrita, ma, in realtà, spinta dalla gelosia, caccia la rivale, Flavia decide di seppellire tanta Gomorra sotto le macerie dell’ immobile egualmente decrepito, quasi simbolo della dissoluzione morale che vi alberga. Ed ecco che, rapidamente allontanati i puntelli provvisori, provoca il crollo della casa sui peccatori. Il finale non mi piace. L’autore ne aveva pensato un altro molto migliore. In certi casi, se cadono in preda a insolita tensione di nervi o a un grande spavento, anche i paralitici possono guarire e riacquistare, per esempio, la favella. Nel momento in cui il groviglio comincia a districarsi, quando lo spirito tragico invade la casa e Roberto sospetta della moglie, l’autore poteva far sì che Laura riacquistasse la favella e dicesse chi aveva spinto alla morte il Borri, suo marito; o rivelare anche l’adulterio di Anna: la catastrofe sarebbe stata provocata dal furore di Roberto per il tradimento della moglie, e da quello di Ippolito per la scoperta della tresca di Roberto con Flavia, La catastrofe sarebbe stata di gran lunga più drammatica. Il crollo della casa appare poco verosimile; non si riesce a immaginare una debole donna capace di allontanare i pesanti