8 ANTE TRESIC PAVXCIC L’attività sua di politico, svoltasi per un certo tempo a Trieste ove pubblicò il giornale bilingue L’Adriatico (italiano-icroato), e l’attività sua di scrittore furono ispirate a un’ idea che fu pure di Nicolò Tommaseo, italiano della Dalmazia : V idea di un possibile affiatamento fra italiani e slavi, fondata sulla convinzione che per gli slavi sia più giovevole orientarsi verso la civiltà italiana anziché verso la francese o la tedesca. Si comprendono le simpatie che il Tresic Pavide godette fra i superstiti garibaldini nel Regno d’Italia e da parte di Cesare Battisti, quando gli era collega nel Parlamento di Vienna sotto la dominazione absburgica: e gl’italiani, d’altro canto, gli devono gratitudine anche per le molte traduzioni ch’egli fece dalla loro letteratura nella sua lingua nazionale, traduzioni vagliate e valutate, tempo addietro, dal nostro Giovanni Ma-ver nella Rivista delle letterature slave di Ettore Lo Gatto. Come uomo politico, il Tresic Pavide ci sembra, fra i suoi connazionali, piuttosto un idealista isolato, anziché l’esponente di una maggioranza concorde col suo modo di pensare e di sentire. Eppure, le generose intenzioni che lo ispirano, se riuscissero a prevalere, avrebbero certamente la virtù di « preservare