12 ANTE TRESIC PAVICIC « ridestare la primavera d’Atene, di Roma, d’ I-talia ».... Io non voglio accaparrare il Tresic Pavide al partito fascista, ma la simpatia ch’egli ha sempre dimostrato per la civiltà di tipo latino e i suoi recentissimi atteggiamenti di fronte all’Italia di Mussolini mi danno il diritto di considerarlo per lo meno... con altrettanta simpatia. Sono penetrate anche ne? paesi suoi le correnti più disgregatrici ed anarchiche del- V individualismo borghese. Vi hanno imperversato il secessionismo, il decadentismo, l’espressionismo, il surrealismo, l’attivismo dinamico. Ma egli non si lasciò mai trascinare agli eccessi degli ultramodernisti. Egli, che fece conoscere a’ propri connazionali le audacie carducciane delle « Odi barbare » e ne dedusse novazioni metriche importantissime anche per la letteratura sua natale, non subì —■ viceversa — la seduzione, cui tanti che pur si ritengono classicissimi nell’anima non seppero resistere, di Federico Nietzsche. Ad esso dedicò e dedica studi profondi per individuare le fonti del suo pensiero e delimitarne o ridurne la vera e propria originalità. Egli non ama che sotto l’etichetta del modernismo si contrabbandi o — peggio ancora — si affermi sfrontatamente e prepotentemente la rinnega-