34 ANTE TRESIC PAVICIC rirono l’idea, credo che il dramma si sia salvato soltanto per l’alta poesia che lo pervade, per la grande fede dello scrittore nel mistico protagonista, per la profonda analisi ch’egli fa dell’anima del Savonarola e per l’ambiente glorioso in cui il dramma si svolse. Ritengo, comunque, che anche i precipui difetti dell’opera derivino proprio dal fatto che l’autore, legato allo storico posto, è stato costretto a rinunciare a molte scene intime e a portare sulla pubblica piazza cose più adatte a rappresentarsi in ambienti chiusi, come nelle celle del convento di San Marco, al Bargello ecc.. Cosi ha dovuto rinunciare al convento e alla chiesa di San Marco, e alla bella cattedrale di Santa Maria del Fiore, sul pulpito della quale il Frate, simile a un imperatore in trono, era potente e invincibile; là dove anche Pico della Mirandola aveva tremato di orrore, quando la poderosa voce profetica del Savonarola, annunciando il diluvio al mondo peccaminoso, tuonava: Ecce adducam aquas super terram.... Pico racconta che gli si erano rizzati i capelli; gli sembrò che i flutti del diluvio invadessero la chiesa e scuotessero sopra il suo capo la stupenda cupola del Brunelleschi. Lo stesso Michelangelo, titano di forza e d’intei-