IL TEATRO DI RINO ALESSI 241 diario tutto ciò che avrebbe potuto servirgli contro di lui, raccogliendo ogni menzogna e ogni mistificazione. Grosse menzogne e viltà che egli affidò a Saint-Just per compilare l’atto di accusa contro il grande rivale, con l’aiuto di Billaud-Varenne, un altro che Danton aveva salvato dalla miseria. Costui era il miserabile che confessava pubblicamente e con vanto il suo ateismo, lo stesso che aveva osato dire a Robespierre di averne fin sopra gli occhi dei suoi riti in onore dell’ Ente Supremo. Più tardi Robespierre dichiarerà di aver donato la testa di Danton a Billaud che la chiedeva; ma la richiesta era venuta perchè questi sapeva che non v’era modo migliore per adulare quella belva. Successivamente egli giustificherà l’assassinio con l’ateismo di Danton, il quale, invece, in un discorso tenuto il 30 novembre 1792, dichiarava solennemente di credere nel « Dio dell’ Universo » (« Le Dieu de 1’ Uni-vers», Madelin «Danton», pag. 189). Se alle volte egli si atteggia ad ateista, è soltanto per salvare qualche cattolico. Il 19 aprile afferma che bisogna chiedere l’uguaglianza dei diritti e non l’eguaglianza dei beni, e ciò nell’ intento di difendere il possesso legittimo delle cose. Con lo stesso discorso salva moltissimi preti dalla deportazione nella Guaiana. Dice: