142 ANTE TRESIC PAVICIC gusto poetico e di istinto che si risolve in armonia. Senza questo tutte le estetiche e tutte le poetiche sarebbero sufficienti a creare non persone vive, ma cadaveri male imbalsamati. Non è giusto accusare d’ibridismo le opere poetiche inspirate alla storia. La storia, come si è detto, non ci dà uomini vivi, ma mummie che, e siano pure imbalsamate a regola d’arte, sono prive di alito vitale. Per rivestire di carne questi scheletri, l’artista deve conoscere profondamente la storia, ma deve anche possedere un criterio acuto che gli faccia distinguere il vero dal falso, l’importante dal secondario; deve, inoltre, avere una forte intuizione e una potente fantasia per infondere, come Dio nell’argilla di Adamo, la vita ai morti dei secoli passati e per risuscitare, con essi, il loro tempo e l’ambiente. Meglio di me, l’Alessi stesso esprime questo pensiero quando dice che l’artista deve immergersi nel mondo del passato in modo che la verità storica e l’intuizione dell’artista si fondano perfettamente. Più completa sarà la fusione, maggiori saranno le possibilità per i personaggi e le loro azioni di risiultare perfetti, così da sembrare più veri della stessa verità storica, e, comunque, più verosimili, affascinanti e interessanti.