IL TEATRO DI RINO ALESSI 129 inspirazione lo pervada, fresca come polla sorgiva, e non gli manchi la chiaroveggenza spirituale e la magica fantasia -che, dominando gli elementi raccolti, sa distinguerli e unirli con artistico istinto; se, infine, si accalori vivamente alla materia prescelta, egli potrà dar vita a un buon dramma anche senza bisogno di saccheggiare le fonti, scrivendo secondo la propria intuizione. Così indovinerà perfettamente il carattere dei personaggi e li farà parlare un linguaggio che sembrerà attinto agli annali, alle cronache, alle gazzette dell’epoca, anche se dovesse potenziarli e ingrandirli nel bene e nel- male, sia per trarne maggiori effetti, sia per meglio chiarire gli scopi propostisi. In effetti, un grande drammaturgo difficilmente si attiene al principio dell’arte per l’arte; egli tende a intensificare negli uomini l’amore per la bontà, per la bellezza, per la verità, per la libertà, per ogni ideale. Non conosco alcun grande autore che non si sia proposto questi scopi. Oggi si scrivono drammi, specie a tendenze sociali e comuniste, spesso senza inspirazione di sorta. Manca il successo artistico, supplito da quello apparente, decretato dalle folle lusingate nella loro speranza di vita comoda e spensierata. Successi simili non sono ambiti dai grandi ar-