IL TEATRO DI RINO ALESSI 147 Se perdessimo la memoria finirebbe la vita, non conosceremmo nè il nostro passato nè quello dell’umanità. Nemmeno gli animali potrebbero vivere senza memoria. Cesserebbero la scienza, le invenzioni; la coscienza non avrebbe riflessi, perchè anche le conclusioni a cui arriva l’intelletto nascerebbero morte. Come difenderci nella lotta per la vita? A tempi simili anelino Rousseau, e quei poeti che non sanno apprezzare l’esperienza della vita per amara che sia. Il tesoro che portiamo nella memoria è il nostro massimo vanto. Nulla nasce perfetto, nè gli animali, nè le piante, nè le umane civiltà, nè le stelle. Tutto nasce nel dolore, attraverso gravissimi pericoli; ciò che resta resiste, si fortifica e abbellisce; è questo, nella coscienza della propria missione e della propria grandezza morale, che rende possibile tramandare ai posteri la fiaccola sempre più fulgida della civiltà e fa della morte un trapasso più facile, sereno e rassegnato verso il riposo eterno. Il ricordo dei dolori sofferti non guasta la vita, eleva l’orgoglio e fa sentire la sua benefica azione nel fuoco ove si fucinano le forze determinanti dell’evoluzione. Così la mitica De-metra temprò nel fuoco il figlio di Celeo e di