44 ANTE TRESIC PAVICIC ho usato lo stesso procedimento. L’Alessi, tuttavia, non se ne serve soltanto nel prologo; in ogni atto, e talora anche due volte, appare Lo Spinto del tempo che assume pertanto l’aspetto di una specie di deus ex machina, aiutando a risolvere i conflitti drammatici. Direi che lo scrittore avrebbe potuto fare a meno di cotesta astrazione personificata, affidandone il compito ai filosofi, ai politici o a qualche altro personaggio fra i seguaci del Frate. Come Lo Spirito del Tempo pronuncia l’ultima parola: uomo, entra in scena Gerolamo Savonarola con due dei suoi più ardenti discepoli, Domenico e Silvestro. Segue un corteo di fanatici, di mendicanti, di ammalati, che attendono dal Frate il miracolo e la guarigione. Si sente una voce intonare un canto religioso; un coro lo accompagna. Nel dramma ricorrono parecchi di questi inni, composti dallo stesso Savonarola, da Girolamo Beni-vieni o da Lucrezia Tornabuoni. Seguono scene popolari; plebei che litigano con la guardia davanti al Palazzo del Governo, gridando che saranno essi che, tra poco, andranno lassù; il Capitano risponde che quelle sono scale troppo anguste per la plebe. Irrompono cittadini, chiedono di parlare con il Gonfaloniere, che sta discutendo con gii otto Priori