238 ANTE TRESIC PAVICIC resti degli idoli bruciati appare l’incombustibile statua della Saggezza, recita una preghiera fatta di frasi vuote, senza alcuna scintilla di vera devozione. Chi non trema di spavento davanti a questa tigre, lo deride. Lo stesso vile Billaiud-Varenne, sopraffatto dalla nausea, osa dirgli ch’è stanco di simili rituali. Per completare la grottesca commedia, appare a un balcone della Via Contrescarpe la serva ottantenne Caterina Theot, divinatrice circondata da vecchie marchese beghine e dall’ex prete don Gorle. La vecchia legge dal libro delle sue profezie, additando con occhi cisposi Robespierre come l’uomo di cui i libri santi predicono che ringiovanirà il mondo. Intanto Sua Santità è guardata a vista da una banda di assassini prezzolati, i tape - durs, mentre i giacobini baciano gli orli della sua veste color di cielo. La gente seria non l’odia per questo: soffoca dalle risa. Nè per questo lo avrebbe detronizzato. In realtà la Convenzione temeva che codesto sitibondo di Dio le succhiasse il sangue. Pranzando a casa di Barrère, Carnot trovò nella giacca di Robespierre, appesa in corridoio, la lista di proscrizione di quaranta fra i membri più influenti della Convenzione. Vi erano il Carnot, lo stesso Barrère, perfino