IL TEATRO DI RINO ALESSI 267 rao degli antagonisti. La drammaticità non consiste nei movimenti dei personaggi ma nello sviluppo delle idee e dei sentimenti. I protagonisti devono creare in noi il convincimento eh’essi li vivano realmente; ed è l’artista che ha il dovere d’inspirare loro cotesta vita, più elevata ad ogni modo della vita quotidiana, e di farli respirare in un’atmosfera di poesia, in un ambiente spirituale fuori del consueto. L’estro poetico e l’intuizione devono elevare l’animo dal letargo subcosciente verso una coscienza superiore fino alla visione di realtà superiori. L’Alessi ha grandi successi ma non li cerca; egli anela alla vera arte immortale, a migliorare l’umanità, a farla altruista e più vicina a Dio, che, nel suo immenso altruismo, si dà tutto e di nulla ha bisogno. Non importa se gli uomini non comprendono l’artista, o lo comprendono male e lo attaccano : egli deve proseguire intrepido il suo cammino. In che cosa consiste la tesi del dottor Hirn, ché, infine, non c’è vero dramma senza tesi? Lo dice lo stesso autore nella prefazione: «Quando la coscienza si soddisfa nella propria chiarezza, tutto ritorna sereno, equilibrato. Ogni confessione di responsabilità appaga il bisogno di chiarezza dell’anima ».