84 ANTE TRESIC PAVICIC avrebbe potuto scrivere un lavoro drammatico così alto, di tanta suggestione. Avrebbe forse creato un buon lavoro, come Bernardo Shaw con La Pulzella di Orléans, che rappresenta Giovanna con grande verismo, secondo la scienza psichiatrica moderna, e con molta simpatia, ma senza fede nella sua missione, ancorché l’autore non ne metta in dubbio la sincerità. Ma così le tolse quel fascino che circonda la vittoriosa conduttrice dell’armata di Francia, la cui memoria esalta ancora oggi i migliori patrioti francesi. Vi sono, tra costoro, parecchi che non crederanno nella Madonna, ma guai se qualcuno parla di Giovanna con poco rispetto! I francesi non perdonano a nessuno gli insulti fatti alla Pulzella, nemmeno a Voltaire, ch’è pure il loro maggiore scrittore del secolo XVIII. Se l’Alessi avesse adottato il punto di vista di Shaw, il Frate ferrarese sarebbe sceso ancor più in basso nella concezione positivistica; e si sarebbe falsata la storia. E’ vero: talora l’autore ha qualche dubbio sulla sincerità del Savonarola, e lo manifesta indirettamente nel dramma e apertamente nelle note, che sono una specie di commento storico e teologico del lavoro. Alla fine della dodicesima scena del secondo atto, Gerolamo, in istato di esalta-