IL TEATRO DI RINO ALESSI 153 passato, riflettendole in modo da rivelare, in una sincrona sintesi vitale, il presente come più bello del passato e il futuro come più bello e beato del presente, quasi l’artista fosse dominato dalla coscienza assoluta che tutto vede nel medesimo istante sub specie aeterni -tatis. Ferdinando Pasini, scrittore elegante, avrà sentito meglio di altri la bellezza e la verità storica del Conte Aquila, perchè anche lui soggiornò a lungo durante la guerra nelle carceri austriache. Egli suggerisce all’autore di non formalizzarsi troppo quanto ai rapporti fra storia e teatro, dato che l’artista deve creare e non ricostruire, guidato da un istinto innato capace di condurlo sano e illeso fra Scilla e Cariddi. E’ ben detto che l’artista deve costruire e non ricostruire; ma chi ricorre, per costruire, alle fonti della storia, troverà, anche non volendo, il suo materiale abbozzato, e non farà che guastarlo a trasformarlo senza riguardo; mentre, rispettando la vecchia forma del materiale, potrà costruire senza ricostruire. Alla fine di questo frettoloso saggio credo di rendere un servizio all’autore del Conte Aquila, citando le sue stesse parole a confutazione