120 ANTE TRESIC PAVICIC Non è necessario avere la stessa fede o la stessa concezione dell’universo per giudicare equamente uno scrittore. La fede comincia per ciascuno là dove finisce la sua scienza positiva, l’acume del suo intelletto, la sua potenza intuitiva, nelle diverse misure di cui i singoli sono dotati. C’è poi chi non ha tempo, nè forza, nè volontà per investigare i profondi problemi dell’umano destino e per occuparsi di questioni metafisiche (e si tratta della stragrande maggioranza); e allora basta a tranquillizzarlo la fede in cui è nato e cresciuto. Ciò vale per i seguaci di qualsiasi confessione, poiché nelle religioni l’elemento principale non è il dogma bensì il sentimento religioso, innato in ogni anima sana; chi se ne sente pervaso merita il più profondo rispetto. La cosa peggiore è l’indifferenza religiosa, sintomo di egoismo crudo e materiale, che prostra a terra e non permette di guardare il sole e le stelle. Voler imporre i propri dogmi ai seguaci devoti di altre religioni, è cieco fanatismo, significa intristimento del-l’intelletto e del cuore. E non alludo qui a nessuna confessione, ma soltanto a coloro che sfruttano la religione, specie a scopi politici. Anch’ io vagheggiavo, un tempo, di scrivere un dramma sul Savonarola, ma non ne sen-