IL TEATRO DI RINO ALESSI 119 al Creatore i Cardinali elevati alla porpora a suon di quattrini, non si sarebbe forse sbarazzato ancor prima dei presuli ai quali la dava gratuitamente? Da questo lato non c’è nulla da rimproverare al Savonarola. La sua colpa è di essersi dichiarato profeta e di aver permesso ai propri seguaci di considerarlo taumaturgo, mentre era o doveva essere convinto del contrario, ancorché sentisse la voce del dovere che gl’imponeva di insorgere contro la simonia del Vaticano; era, sì, una voce del Cielo, ma non la diretta rivelazione della volontà divina. Pertanto io non posso considerarlo santo; nel suo apostolato c’era dell’ambizione e del ciarlatanesimo. Questa critica da diabolus rotae non tocca affatto Rino Alessi nè la sua opera. Io rispetto la convinzione dell’autore e apprezzo altamente il suo dramma. Se volessi rimproverargli l’opinione che egli si è fatta del Frate, sarei ingiusto come se svalutassi le tragedie di Sofocle solo perchè egli credeva nei numi e nel fato al pari degli altri greci; e quelle di Eschilo perchè nel Prometeo incatenato egli bolla la crudeltà e l’ingiustizia di Giove o perchè, con trasparenti allegorie, svela, nei siuoi drammi, i misteri eleusini.