74 ANTE TRESIC PAVICIC invocandone il perdono. Egli lo ha rinnegato, tratto in errore dai falsi protocolli degli inquisitori: il notaro falsò le parole di Gerolamo, — proprio come nel processo fatto dall’Austria ai Principi croati Zrinski e Frankopan. Gerolamo lo sa, esorta Silvestro a non scusarsi. Domenico, forte come sempre, sostiene il Frate che, commosso, fa per inginocchiarsi ai suoi piedi, dicendo : « E’ la prima volta che 10 piego i ginocchi davanti ad un uomo. Càde 11 mio orgoglio per la grandezza del tuo e-roismo ». Per non abbandonare il Maestro nemmeno nella morte, Domenico aveva chiesto di essere arso vivo. Quando Domenico dice che negli occhi del Maestro vede risplendere la luce di Cristo, Gerolamo risponde che una sola cosa vi si può vedere: il sincero pentimento dei suoi peccati.. Silvestro. — Di quali peccati osi parlare, Maestro? Gerolamo (come preso dal delirio). — Non senti le grida? Seduttore! Seduttore! Dicono che io ho ingannato le vostre anime, dicono che le ho traviate con le mie imposture. Voi siete le mie vittime. Il vostro sacrificio è mia colpa, il vostro martirio è mio rimorso: la vostra morte è mia maledizione. Io sono dannato! Accostatevi a me: fatemi sentire il vostro cuore. Sono io che vi do la morte. Voglio il vostro perdono! Il vostro perdono! (piange). Domenico. — Signore, egli si accusa per amor vostro e per la nostra salvezza!