IL TEATRO DI RINO ALESSI 163 è così. Ho sempre affermato che i drammi non si trovano interamente nella storia e che l’autore deve crearne le parti principali, ma che anche per la storia importa più sapere quali correnti filosofiche, politiche, giuridiche, estetiche, morali, economiche e sociali predominassero in certi periodi e quali di queste maggiormente determinassero l’evoluzione dell’umanità, anziché conoscere il grado d’influenza esercitatavi dai singoli personaggi. La storia è principalmente storia di civiltà molto più che storia di fatti e di uomini. Pertanto se l’artista intuisce qualcuna di queste correnti, mettendo in bocca ai protagonisti parole proprie ad illustrarle, parole che, sebbene inventate, sono quelle che un cronista avrebbe potuto stenografare, egli crea un’ opera storica migliore rispetto all’ arido storico, che scava negli archivi e riporta alla luce antichi codici, ma non muove un passo più in là dei fatti accertati. Questo non si chiama richiamare alla vita, come fa il poeta. Il colloquio fra Mettermeli e il Conte Aquila è storicamente vero perchè corrisponde perfettamente al carattere dell’altero e astuto diplomatico, non meno che al carattere dell’ intelligente e orgoglioso capo dei carbonari. Non rumoroso, non clamoroso, altamente drammatico, mette alla prova una