144 ANTE TRESIC PAVICIC carbonari agognavano l’unità e l’indipendenza italiana, mentre la barbara burocratica Austria degli Absburgo, coadiuvata dalla Curia Romana e dai Borboni di Napoli, perseguitava e sterminava i patrioti. Noi, che abbiamo sofferto le sofferenze del conte Federico Gonfalonieri (il Conte Aquila) è di Silvio Pellico, del conte Oroboni, di Piero Maroncelli e di molti altri; che abbiamo assistito a impiccagioni e a fucilazioni, nelle prigioni e nelle casematte, di numerose vittime della ferocia absburgica, figure non meno belle, nobili e altere del Conte Aquila; che siamo stati interrogati da inquisitori raffinati ed astuti del taglio del giudice Mènghin e del barone Salvotti; che siamo stati lusingati da statisti austriaci perchè ci prestassimo a tradire, come l’astuto e onnipotente Metternich tentò con il conte Gonfalonieri; noi possiamo giudicare benissimo, senza richiamarci alle fonti, questo fedele quadro storico dato alla letteratura mondiale, e non solo a quella italiana, daU’Alessi col suo Conte Aquila, ancorché egli abbia inventato, dalla prima all’ultima parola, il colloquio fra il Metternich e il Gonfalonieri, nonché le commoventissime vicende della povera, sublime Teresa Casati-Gonfalonieri nelle anticamere imperiali della Hof-burg di Vienna e nella stanza della fredda