26 DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. la laguna ascendea cum la sua largezza fino a Oriaco, e da lì in giuso tutto era salso, con molte valle di pescason, sì dalla banda delle Gambarare, corno di quella di Mestre. Li canali de il Botenico erano scoladori di aque piovane ; il Muson non passava a Mirano ; il Dese et il Zero erano un niente ; il Siile finiva di sora Musestre ; il Meolo et il Valio erano canali salsi e scoladori di acque piogiane, e scolavano esse acque miglia più di otto lontani del loco, ove escono al presente. Di sotto Oriaco, verso mezzo giorno, erano molti scoladori, molto lontani, (scolando le acque de il Piovado), dal loco hodierno, corno il Cornio, la Saverga, Fiumicello, Cavaizze, Fossa Schila, Fossa Dante, Fiume vechio. E questi haveano capo nel Siocho, parte over ramo di la Brenta, la qual discendea dal loco di Castelcaro a la volta di Calcinare e poi in la laguna dreto il porto di Malamoco. Et di là da il dorso di Calcinara, al presente dito Fogolana, e 1’ alveo dello Brenta erano diversi scoladori, corno Aguier, 1’ Orca, Fossa bona, over del Bel fico, Nasaruol e Fossa del Spin. La laguna verso Chiozza ascendea tra il dorso di Fogolana (antiquamente l'arzer gastaldo), il qual cominciava da la tor delle Bebe, e, voltegiando corno voltava la laguna, finiva in Fogolana. Molti canali, li quali erano di acqua salsa, al presente sono di acque dolci, e sono questi : la Cavana delle oche, il Toro, le Tresse, la Desira, Nasaruol, la Tison, Testa di cane, la Venzigia, Fogolana e piciola e granda, l’Orca, Fossa bona, Aguier, Virzilio, la Sora, Riola, Struson, l’Agarzer, Canal Maor, Volpadego, Corbola, Corniolo, Resta de aio, Laroncello, Pomodoro, canal di S. illario, Botenico, S. Giuliano, S. Martin, Tombello, Campalto, Goltao, Sioncello, Montiron, la Cona, Legno Dolce, canal di S. Andrea, Taiadella, Lanzon, Silletto, Senezza, Valio e Meolo, al N. di 45, senza molti altri, che sono amonidi et hanno perduto il nome, li quali erano tutti in acqua salsa, al presente sono dolcissimi. E di questo sono stato causa gli fiumi che sono discesi in la laguna. Capo XI. — Mutationi fatte della Brenta con danno della laguna. La Brenta, come è ditto, levata dal porto di Brondolo e mandata a Oriaco, fece sì che la condusse il terren fermo sino a Lizzafusina. Per il che, vedendo che la laguna si rovinava, fu serato a Lizzafusina, e per forzo di palate et arzeri fu fatto discender la Brenta a la via de il porto di Malamoco per il canal di Resta de aio, cadendo in la laguna a S. Marco Bocalama, intersecando cum essa Brenta e lassando di sopra di quella molti delli soprascritti canali, quai erano tra Resta di aio e Lizzafusina, facendoli doventar di salsi dolci. E così la Brenta non atterrò più a Lizzafusina, ma cominciò a terrar Resta di aio, e fece quella ponta longa, la qual si vede ancora in la laguna, di sotto di S. Marco Bocalama. Quivi alcuno potrà dire, se l’atterration si fece a Resta di aio, per questo la non fu di tanto danno a la città di Venetia, quanto a Lizzafusina: et io dico de sì, perchè il roinar delle mura di Venetia altro non è che amonir la laguna, e sia in qual parte si voglia di quella, però che tanto ocupano la laguna cento burchielle di terreno, gettate tra il porto di Malamoco e quel di Chioggia, quanto apresso di Venetia. Non è mica ruina di tal prestezza, ma egli è un medemo modo di causar essa ruina una fiata: il privarla laguna della acqua salsa non è altro che uno ruinarla. Messa la Brenta a Resta di aio, fo di poi consigliata la felice ricordatione del Serenissimo Duce Francesco Foscari, che, volendo far buono il porto di Venetia, si dovesse lassar venir la Brenta a quel porto. Sua Serenità (che alhora era Provveditor sopra le acque) ottene questo, et fu aperto a Lizzafusina, e fo lassata cader la Brenta per il canal della Zudeca, a la via di esso porto. Non venne a morte esso Duce, che la atterration gionse poco lontano di S. Zorzi di