DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. 161 per il contrario, 1* acqua nel mar serà bassa et della laguna 1’ acqua non serà uscita, tanto che l’acqua del mar vi entra, e però bisogna che nel mar 1’ acqua sia cresciuta per uno quarto di hora, avanti che la laguna sia finita di voltarsi e che P acqua del mare vi possa entrar dentro. Ti dirò di più, che nella laguna si vede questo istesso, cioè che 1’ acqua crescerà agli porti e l’acqua della laguna verso terraferma venirà giuso, e per il contrario : e dove il crescente con la zosana si scontra insieme e si fermano 1’ una con i’ altra et là vi è la stancha dell’ acqua. Ma questa diversità non puoi passar la mittà de un’ hora : et però il principio del crescer dell’ acqua non bisogna acordarlo con li motti dell’ acqua, ma con li termeni de la luna, corno è detto, vedendo sempre in qual segno si ritrova la luna, et quanto la debbe star sopra l’emisperio nostro, dandoli hore 12 di giorno lunari et 12 di notte. Sono ancora alcuni tempi del-1’ anno, che le acque haveranno più longo il crescer che il calar et in tali tempi più longo il calar che il crescer, corno nelle fortune de sirochali l’acqua, caciata dal vento, crescerà in la laguna intrando per li porti 7 et 8 hore et anderà zosso hore 5 et 4. L’ estate, con boni tempi, assiuti nella matina, 1’ acqua anderà zoso 7 et 8 hore, et la vernata, con boni tempi asciuti, la sera parimenti l’acqua anderà zoso 7 et 8 hore et crescerà 4 et 5 hore. Ma sia qual si voglia mutacione, sempre l’acqua starà tra il calar et il crescer le hore 12 intiere et non più nè meno. Sei tu satisfatto ? Gio. — Certo che sì, et posso anco creder che questa opinione del crescer degli fondi et commune de il mare ogni anni cento piede uno sia più presto imaginativa che certa, e piacemi molto che mi hai insegnato cose, che non sapevo. Ma io vorei volentieri intenderne un’ altra, che è questa : per qual causa sono astrette le acque a crescer e callar secondo la luna. L’hai tu intesa ? Santo. — Sì, bene, 1’ ho sentita disputar tra li inzegneri. Ma vi sono diverse opinioni. Voleno alcuni, che, quando la luna comincia ad ascender sopra questa parte da levante a mezzogiorno del nostro emisperio et comincia a uscir di levante, che quella luce over moto di essa luna percotti nell’ aria e lo caccia entro nell’ acqua, e che l’acqua, empiendosi di aere, si sgonfii e cresca verso li cieli, e se dice l’acqua crescie, et che quando poi la discende nell’ altro quarto, lo aere esce dall’ acqua e che l’acqua, vota di aere, cali e che, callando e crescendo nel mare, che la cresca e calla nella laguna. L’ altra opinion è che, levandosi la luna, il globo dell’ acqua, cioè la sua rotondità, percosso dal moto di quella, si arbassi verso il centro nel mezzo degli mari, per dove debbe passar la luna et, arbassandosi il globo nel mezzo, 1’ acqua si alcia alle rive degli mari et, alciandosi alle rive, ritrova li porti, dove è laguna, aperti et entra in essi : e noi diciamo, l’acqua cresce. Passato che ha la luna la mittà del cielo e descendendo verso ponente, il globo da capo se inalcia et inalciandosi si arbassa alle rive, e l’acqua, entratta in la laguna, sentendo la basezza del mare, esce fuora ; e noi diciamo, V acqua calla. La terza è che non per il motto del sole over della luna si causa queste altezze e basezze di acque, ma per altra ragione, perchè, se il motto procedesse da queste cause, li effetti si vederianno solamente quando il sole over la luna fosseron nell’ emisperio nostro. Ma questo alciarsi e bassarsi introviene, se ben la luna over sole sono nell’ emisperio degli antipodi, di sotto da queste acque, e non vi essendo sopra, non potranno già percoter il globo, nè cacciar l’aere dentro. Gio. — Certo che tu dici il vero, et hai pensato bene ; et di’ : che ne credi ? Santo. — lo credo che questo sia un moto delle acque dalla natura ordinato et da tutti non inteso, et che essendo l’acqua mobile, che ella habia nel primo movimento de’ cieli tolto questo motto. Et perchè il primo cielo, che si move più apresso la terra, è quello della luna e circondando quella la terra in hore 24, si dà la cagione a quella ;