PARTE PRIMA 97 l’estremo anelito Val Trompia, Ceneda, Serravalle, Len-dinara, Conegliano, i trevisani, i bresciani, i bergamaschi, 1 salodiani, i dalmati delle Bocche di Cattaro si stringevano a Venezia, protestando di non voler nè francesi nè mutamento di governo. Questa fedeltà popolare (fu infatti il popolo ad innalzare, dopo la caduta dello Stato, ancora le tre bandiere repubblicane nella piazza di Venezia ed a compiere furiosi atti di rappresaglia contro filofrancesi e borghesi) ebbe una nobilissima eco nelle terre dell’oltremare veneziano. L’istria e la Dalmazia erano più lontane dal turbine rivoluzionario francese, meno forte era colà l’elemento borghese, più calma era l’atmosfera politica, meno sentita l’esigenza di riforme. Nè differente, in sostanza, era la situazione delle isole jonie, oggetto delle cupide brame, per la loro grande importanza militare, di Napoleone, che si affrettò ben presto ad inviare emissari, a consigliare la spedizione a Corfù di una flotta democratica veneto-francese, e poi ad impadronirsi fraudolentemente delle stesse ('). Osservava l’ultimo veneto Provveditore generale « da mar » nell’isole del Levante che il buon governo, le mutue relazioni, gli inveterati rapporti, il commercio, l’abitudine avevano accresciuto la forza dei legami che univano a Venezia il Levante (2). quartiere degli ebrei, ZaNOTTO, Storia della Repubblica di Venezia, 1865-66, voi. II, pg. 406. (‘) Napoleone affermava : « Le isole di Corfù, di Zante e di Ce-ialonia hanno per noi importanza maggiore che non tutta l'Italia riunita », Sii.VA, op. cit., pg. 219. (') WlDMANN, Discorso apologetico, 1799, pg. 19. Documenti importanti sono, ad es., l’elogio dedicato dalla Magnifica città di Corfù al Provveditore e Capitano veneto e la deliberazione relativa presa 1*8 genn. 1786, in Mss. it. della Bibl. naz. di Venezia, cl. 7, n. 2085. B. Dudan - Il \dominio di Levante di Venezia 7