23 PARTE PRIMA romano aequa) qua e là si trasformano in rigidi foedera iniqua per effetto dei quali Venezia già appare dominatrice. Ma la fidelitas, che è la figliazione del concetto federale più che di quello feudale, non si annulla nella rigida sudditanza. Con molte città adriatiche Venezia stipula patti speciali, ma la base giuridica dell’autonomia è rilevante ed affiorerà, come necessaria forma di rapporti costituzionali, anche in più tardi periodi della storia veneziana. Ma pure il problema della libertà dei veneziani nell’impero d’Oriente è oggetto di attenta considerazione da parte di Venezia. Ciò può parer strano; ma la marcia ascendente di un elemento greco, disgregatore e in certa misura corrotto, continuava. Questo nazionalismo greco, oppositore agli ordinamenti romano-bizantini che, seppure corrosi, erano pur sempre una piattaforma per la vita dei cittadini dei Comuni italiani, significava un grave pericolo per la vita veneziana e la sua libertà. Circa 20.000 veneziani erano a Costantinopoli verso la metà del sec. XII (x). Dolorosi, sintomatici e gravissimi incidenti contro i veneziani domiciliati a Costantinopoli preludono e inducono a mutamenti radicali della politica di Venezia verso l’impero. Costantinopoli, fiorentissima metropoli paragonabile allora soltanto a Bagdad, è testimone infatti nel 1 171 della cattura di circa 10 mila veneziani. Le loro navi e i loro beni sono sequestrati. (: ) BERTELÈ, Il palazzo degli ambasciatori di Venezia a Costantinopoli, Bologna, 1932, X, pg. 19. Non credo si possa dire assolutamente col SlLVA (op. cit., pg. 121) che le colonie volevano parte sempre più grande nella vita dello Stato che le aveva accolte come avvenne per le colonie commerciali francesi e inglesi sorte in India nei territori del l'impero del Gran Mogol. Ciò avvenne in senso solo relativo ed in difesa d una libertà originaria che veniva minacciata.